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Questo articolo è stato pubblicato il 07 marzo 2011 alle ore 18:35.

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Ancora poco lavoro per i laureati. Ma chi sceglie l'estero guadagna di più (Fotogramma)Ancora poco lavoro per i laureati. Ma chi sceglie l'estero guadagna di più (Fotogramma)

Anche se un pò meno rispetto all'anno passato i laureati fanno ancora fatica a trovare lavoro dopo aver messo in tasca il titolo di studio: lo rileva il XIIIesimo rapporto Almalaurea, presentato a Roma. Tra i laureati del 2009 emerge che la disoccupazione aumenta, seppure in misura inferiore all'anno scorso, fra i triennali: dal 15 al 16% (l'anno precedente l'incremento era stato intorno ai 4 punti percentuali). La disoccupazione cresce anche fra i laureati specialistici biennali, quelli con un percorso di studi più lungo: dal 16 al 18% (la precedente rilevazione aveva evidenziato una crescita di oltre 5 punti percentuali). Ma sale pure fra gli specialistici a ciclo unico: dal 14 al 16,5% (rispetto all'aumento di 5 punti percentuali registrato dall'indagine precedente).

Si guadagna di più all'estero
Dal rapporto emerge poi che per ogni cervello che entra ne esce uno e mezzo. I laureati specialistici biennali con cittadinanza italiana del 2009 che lavorano all'estero, a un anno dal titolo, sono il 4,5% (erano il 3% nel 2009). Il 29% degli occupati all'estero proviene da ingegneria, il 16,5% dal gruppo linguistico, il 16% da quello economico-statistico e il 12% dal politico-sociale. Oltre il 70% dei laureati specialistici italiani occupati all'estero è impiegato nel settore dei servizi. Anche le retribuzioni medie mensili sono notevolmente superiori a quelle degli occupati in Italia, di circa 500 euro: gli specialistici trasferitisi all'estero guadagnano infatti 1.568 euro contro 1.054 dei colleghi rimasti a casa.

Il lavoro nero resta sempre una piaga
I laureati che lavorano senza contratto, a un anno dal conseguimento del titolo di studio, raddoppiano tra gli specialistici biennali raggiungendo il 7%; per i laureati di primo livello i «senza contratto» passano dal 3,8 al 6%; gli specialistici a ciclo unico (ovvero i laureati in medicina, architettura, veterinaria, giurisprudenza), che registrano da sempre un valore più elevato, passano dall'8 a quasi l'11 per cento. L'indagine mostra che a un anno dall'acquisizione del titolo diminuisce il lavoro stabile in misura superiore alla contrazione registrata l'anno precedente per i laureati di ogni livello. Contemporaneamente si dilata la consistenza del lavoro atipico. La stabilità riguarda il 46% dei laureati occupati di primo livello e il 35% dei laureati magistrali (con una riduzione in entrambi i casi di 3 punti percentuali rispetto all'indagine 2009).

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