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Questo articolo è stato pubblicato il 07 marzo 2011 alle ore 09:38.

A giugno 2010 i cittadini sottoposti a intercettazioni sono arrivati a quota 100mila, 10mila in più dell'anno precedente. Nel frattempo, la spesa complessiva è però diminuita. Mentre il Parlamento si appresta a rispolverare il vecchio progetto di legge sulle intercettazioni, dopo l'invito di Silvio Berlusconi alla maggioranza che lo sostiene, il ministero della Giustizia tira le somme sull'attività investigativa svolta. E la sintesi del monitoraggio di Via Arenula è tutt'altro che scontata: aumenta, sì, il numero delle intercettazioni, i cosiddetti «bersagli», secondo un trend stabile nel medio periodo, ma diminuiscono i costi. E con questi anche la spesa media per ogni singola operazione.
Nel primo semestre del 2010, ultimo periodo di riferimento per cui i dati forniti dalle procure sono stati verificati dal ministero, i bersagli dei pm hanno superato la soglia delle 75mila unità. La cifra comprende sia le intercettazioni di conversazioni telefoniche, che costituiscono grosso modo il 90% dell'attività, sia quelle ambientali. Nello stesso periodo dell'anno precedente, l'asticella degli "ascolti" si era invece fermata a quota 68mila. L'ultimo anno intero "calcolabile" è quello che va dal luglio 2009 al giugno 2010: in questi dodici mesi le intercettazioni hanno superato le 143mila unità.
Circoscrivendo l'analisi ai soli controlli telefonici si può tentare di trovare la corrispondenza tra il totale annuo e il numero di persone fisicamente intercettate, in altre parole di indagati. Di sicuro, quest'ultimo è più basso di quello dei bersagli, perché è lecito aspettarsi che ciascuna persona sottoposta a indagini, in media, disponga di più di una utenza. E dunque è logico presumere che il numero di persone oggetto di operazioni di intercettazione sia inferiore, e non di poco, alle 143mila utenze sotto osservazione tra luglio 2009 e giugno 2010: una stima plausibile è i due terzi, cioè 100mila.
L'aspetto di maggiore novità dei numeri ministeriali è però quello dei costi. In pieno Rubygate, si è parlato molto dei presunti eccessi delle procure, soprattutto quella di Milano, nella loro attività investigativa. Ogni cifra riportata nei dibattiti tenta di aggiungere qualcosa a quella citata in precedenza, fino ad arrivare a citare importi inverosimili. I dati di Via Arenula hanno il pregio di porre fine a questi eccessi e di mettere un punto fermo: nel primo semestre del 2009 la spesa complessiva per le intercettazioni è stata di circa 158 milioni di euro; nei primi sei mesi del 2010 ci si è invece fermati sotto la soglia dei 130 milioni. Con una diminuzione di quasi 30 milioni in un semestre, dunque ci si può attendere una flessione tra 50 e 60 milioni di euro su base annua. Non poco, soprattutto dopo anni e anni di progressivi aumenti per questo capitolo di spesa.
Tutto ciò non è certo casuale. Una delle voci che più influenza la flessione, senza dubbio una buona notizia per le casse dello Stato e soprattutto per chi deve far quadrare i conti del ministero della Giustizia, sono i costi dei tabulati telefonici. Dal 1° gennaio 2010, infatti, i gestori devono fornire il dettaglio dei numeri in uscita e in entrata delle utenze sotto controllo senza pretendere nulla. Altro elemento da considerare è la tendenza a scendere dei costi per le tecnologie. Tutto ciò influenza poi i prezzi medi delle singole operazioni, che continuano a calare. Naturalmente restano forti differenze sul territorio, perché a incidere sono le tariffe applicate dalle aziende private che forniscono impianti alle procure. Ma anche in questo senso passi avanti il ministero ne ha fatti nella veste di calmieratore del mercato. Non dimentichiamo l'emergenza degli anni scorsi, quando alcune imprese avevano minacciato il blocco delle forniture perché il ministero era indietro con i pagamenti. I numeri forniti dal ministero della Giustizia sembrano allontanare questo rischio, quantomeno a breve.
Nella classifica distrettuale delle procure più attive sul fronte delle intercettazioni e per la relativa voce di spesa, Napoli batte tutti quanto a bersagli sotto controllo, 12mila circa in sei mesi, ma è quinta quanto a denaro consumato. I più "spendaccioni" stanno a Palermo con quasi 22 milioni di euro (comunque un terzo in meno rispetto al periodo precedente), mentre il distretto di Milano è secondo come volume di "ascolti" e terzo come spesa. Firenze e Roma, tra i grandi uffici, fanno registrare gli aumenti più consistenti sia di utenze controllate sia di costi.
IN CANTIERE
01 | La riforma
La scorsa settimana il ministro Angelino Alfano ha tratteggiato le linee della riforma costituzionale della giustizia che sarà oggetto di un apposito consiglio dei ministri che si svolgerà probabilmente questa settimana. All'ordine del giorno lo sdoppiamento del Consiglio superiore della magistratura, mentre è spuntata, su proposta della Lega, anche l'elezione dei capi degli uffici giudiziari. Non sarà invece toccata l'obbligatorietà dell'azione penale.
02 | Il ddl intercettazioni
Sulle intercettazioni è forte la pressione di Silvio Berlusconi. Ma il progetto in parlamento, la cosiddetta «legge bavaglio» modificata sulle pressioni di Fini, non piace più. Più volte è stata annunciata la presentazione di un nuovo progetto.
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