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Questo articolo è stato pubblicato il 08 marzo 2011 alle ore 06:38.
LOS ANGELES
Persino la Casa Bianca è scesa in campo contro la "demonizzazione" dei musulmani in America nel corso di una colossale polemica esplosa negli Stati Uniti sul problema del terrorismo islamico coltivato nelle moschee americane. Giovedì un'audizione parlamentare sponsorizzata da un deputato repubblicano porterà in Parlamento la questione della «radicalizzazione della comunità islamica americana e la sua risposta», un titolo che secondo i critici di per sé è in odore di razzismo. «Negli Stati Uniti non attribuiamo colpa per associazione», ha proclamato in una moschea della Virginia Denis McDounough, consigliere per la sicurezza nazionale inviato domenica dal presidente Obama per rassicurare i musulmani d'America. Ma il repubblicano Peter King, presidente della commissione sulla sicurezza nazionale della Camera e sponsor dell'audizione, non demorde: «Mi chiedono di non discriminare una comunità etnica specifica, ma la minaccia viene dalla comunità islamica, perché dovrei lanciare un'inchiesta su altre comunità etniche?».
Peter King sospetta che al-Qaeda stia reclutando giovani musulmani nelle moschee americane, e ritiene che sia ora che l'America affronti di petto il problema del terrorismo cresciuto in casa. «Nella lotta contro la mafia abbiamo indagato nella comunità italo-americana, nella lotta contro la criminalità russa siamo andati nei quartieri russi di Coney Island e Brighton Beach», ha detto. Ora che gli estremisti islamici stanno creando un rischio per la sicurezza nazionale, sostiene, è naturale indagare nelle comunità islamiche.
Il ragionamento appare lineare ma ignora il rischio di alienare le nazioni islamiche e soprattutto l'intera comunità islamica americana, la cui cooperazione è preziosa nella lotta contro il terrorismo sia negli Stati Uniti che all'estero. L'America in generale è conscia anche del pericolo di scatenare una caccia alle streghe con toni razzisti, un pericolo rivelatosi concreto durante un'altra polemica scoppiata l'anno scorso sulla costruzione di un centro islamico nei pressi di Ground Zero. Anche in quell'occasione il presidente Obama decise di intervenire invocando i principi costituzionali che tutelano la libertà di religione in America, ma quell'intervento fu facilmente strumentalizzato dall'estrema destra americana: grazie alle illazioni e ai dubbi instillati da alcuni commentatori politici di destra, ancor oggi molti americani sono erroneamente convinti che Obama sia musulmano.
Non è solo il presidente a temere che il dibattito sulla radicalizzazione della comunità islamica possa alimentare la discriminazione generalizzata contro i musulmani d'America, e lo dimostrano la ridda di commenti su internet e le manifestazioni di piazza avvenute a New York domenica. Ma le dimostrazioni di piazza non saranno sufficienti a bloccare l'audizione che a scanso di sorprese dovrebbe aver luogo giovedì. Peter King ha chiamato a testimoniare tra gli altri Keith Ellison, uno dei due onorevoli di religione musulmana del Parlamento Usa; il dottor Zudhi Jasser, attivista islamico noto per la sua iconoclastica opposizione alla costruzione del centro islamico a Ground Zero; e i parenti di due terroristi reclutati in moschee americane, colpevoli di «crimini orribili».
Incapaci di evitare il dibattito parlamentare, anche molti leader islamici hanno acconsentito a testimoniare per dar voce ai loro timori e alla loro rabbia, e per spiegare alla nazione americana di voler aiutare le forze dell'ordine a sconfiggere il terrorismo. La polemica in ogni caso è destinata a durare a lungo: Peter King ha già annunciato di voler sponsorizzare altre audizioni parlamentari sulla radicalizzazione islamica nelle prigioni e sulla provenienza dei finanziamenti esteri diretti alle moschee americane.
droveda@ilsole24ore.us
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