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Questo articolo è stato pubblicato il 08 marzo 2011 alle ore 06:40.

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ROMA - Quattro-cinque giorni di prognosi, ma la presenza al consiglio dei ministri di giovedì prossimo dove arriva la riforma costituzionale della giustizia non è in discussione. Silvio Berlusconi ieri è stato operato in una clinica privata di Milano per riparare i danni subiti durante l'aggressione in piazza Duomo del dicembre 2009, quando un uomo, Massimo Tartaglia, gli scagliò sul volto una statuetta. Un intervento chirurgico maxillo-facciale, in anestesia generale, della durata di quattro ore per impiantare il dente che era stato perso dopo l'incidente.


Il premier è «in buone condizioni» e ora è «in convalescenza a casa ad Arcore», ha sottolineato il suo medico di fiducia, Alberto Zangrillo, responsabile di anestesia e rianimazione del San Raffaele di Milano, che ha detto di essere pronto «a fare il possibile» per garantire la presenza di Berlusconi a palazzo Chigi giovedì 10 marzo. «Il premier vuole esserci – ha spiegato Zangrillo – e noi faremo di tutto perché possa esserci».
Il presidente del consiglio salterà invece l'incontro con il vice primo ministro e ministro degli Affari esteri d'Israele, Avigdor Lieberman. Il "faccia a faccia" sarebbe dovuto avvenire oggi a Roma ma è stato annullato «a seguito dell'intervento subito dal premier», ha fatto sapere ieri una nota diffusa da palazzo Chigi.


Il rientro nella capitale di Silvio Berlusconi è previsto per mercoledì 9 marzo. Venerdì 11 il capo del governo, secondo l'agenda dei suoi impegni istituzionali, è atteso a Bruxelles dove andrà in scena il vertice europeo e dell'eurozona su crisi libica ed economia.
«Era un intervento deciso da lungo tempo, ma bisognava trovare una giornata tranquilla», ha detto il professor Zangrillo, che non ha voluto però rivelare il nome della clinica dove è stata svolta l'operazione. «Sono state quattro ore di sala operatoria, l'intervento è stato necessario per riparare il danno anatomico e funzionale prodotto dall'impatto con la statuetta».


L'intervento in sé non è stato molto semplice, anzi dal punto di vista tecnico è stato molto sofisticato: «Il premier - ha proseguito Zangrillo - è stato operato in microscopia e con tutte le dovute cautele perché c'era il rischio di provocare danni al tessuto nervoso. Però è andato tutto per il meglio dal punto di vista tecnico e il decorso sarà di qualche giorno».
Nel dettaglio: con l'operazione «è stato ricostruito il tessuto osseo, e quindi si è trattato di un vero e proprio trapianto, più l'impianto di un perno lì dove ha perso il dente». Si tratta di una tecnica «che è ormai routine dagli anni '90», ha sottolineato Luca Cordano, direttore del reparto di paradontologia e protesi dell'ospedale George Eastmann di Roma, che ha rivelato come ogni anno in Italia ci siano oltre un milione di interventi di trapianto osseo e implantologia. «Berlusconi è stato come sempre ottimista - ha concluso Zangrillo - e ha messo gli operatori nelle condizioni migliori, a loro agio. È andato tutto per il meglio e ora si sente sollevato». Il premier è stato operato dal suo odontostomatologo, Massimo Mazza.
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