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Questo articolo è stato pubblicato il 09 marzo 2011 alle ore 13:29.

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L'Italia rompe gli indugi e si schiera con la comunità internazionale nella crisi libica. È questa la decisione emersa dal Consiglio supremo di difesa riunito oggi al Quirinale, sotto la presidenza del capo dello stato, Giorgio Napolitano, e a cui ha partecipato anche il premier Silvio Berlusconi, reduce dall'intervento maxillo-facciale. «L'Italia è pronta a dare il suo attivo contributo alla migliore definizione e alla conseguente attuazione delle decisioni attualmente all'esame delle Nazioni Unite, dell'Unione Europea e dell'Alleanza Atlantica», si legge nella nota diffusa al termine della riunione. Per quel che concerne la crisi libica, chiarisce ancora il comunicato, «sono state valutate le misure adottate e quelle in approntamento per il soccorso dei profughi e la loro evacuazione. Sono state altresì discusse le predisposizioni attivate, sul territorio nazionale e nella regione interessata, per far fronte ai prevedibili sviluppi della crisi ed agli eventuali rischi che ne potrebbero derivare».

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Maroni al Copasir: situazione preoccupante
Stamane, in un'audizione davanti al Copasir, anche il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, era tornato sulla crisi in Libia sottolineando uno scenario «preoccupante» sul rischio di esodi massicci di clandestini dal Nordafrica verso l'Italia. Per ora sono 2-300mila le persone in fuga dalla Libia verso la Tunisia e l'Egitto e il pericolo - avrebbe sottolineato Maroni, secondo quanto si apprende - è che si riorganizzino i clan che potrebbero far riprendere un flusso di barconi direttamente dalle coste libiche. E nel Paese di Gheddafi sono oltre un milione e mezzo gli stranieri, molti dei quali intendono lasciare il paese ormai in guerra. Mentre continuano le partenze verso Lampedusa dalle coste tunisine, che stanno mettendo a dura prova le strutture di accoglienza italiane. Si punta ad ottenere da Tunisi un maggior controllo dei porti dove si imbarcano gli immigrati, in grande maggioranza maschi e giovani.

Ancora incertezza sull'inizio dei trasferimenti verso Mineo
Intanto il vicesindaco di Mineo, Maurizio Siragusa, ha chiarito che non c'è stato alcun contatto con il Viminale dopo che ieri il commissario straordinario per l'emergenza immigrazione, Giuseppe Caruso, aveva annunciato l'avvio già oggi del trasferimento dei rifugiati politici all'interno del Residence degli Aranci, l'ex villaggio per familiari e militari della vicina base Usa di Sigonella «Ad oggi non abbiamo nessuna notizia circa trasferimenti di immigrati richiedenti asilo nel "Villaggio della solidarietà. Abbiamo chiesto al ministro Maroni e al commissario - ha aggiunto - di conoscere le tappe dell'attivazione della struttura e di essere edotti sulle misure di sicurezza sbandierate durante l'incontro avvenuto nella prefettura di Catania con i sindaci del comprensorio». Nel villaggio sono arrivati stamane cinque tir carichi di masserizie,messe a disposizione dal ministero dell'Interno e dalla Protezione civile nazionale, ed è giunta anche una colonna della Croce rossa italiana.

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