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Questo articolo è stato pubblicato il 09 marzo 2011 alle ore 15:33.

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Con la Tirreno-Adriatico riparte il grande ciclismo. Ecco i protagonisti della stagione al via. Nella foto, Ivan Basso (Ansa)Con la Tirreno-Adriatico riparte il grande ciclismo. Ecco i protagonisti della stagione al via. Nella foto, Ivan Basso (Ansa)

È la Corsa dei due Mari. E arriva dopo un lungo inverno (non solo ciclistico) che dà ancora filo da torcere. La 46' edizione della Tirreno-Adriatico, in programma da oggi fino a martedì 15 marzo, è come la campanella che annuncia la riapertura della scuola. Un primo assaggio per rivedersi dopo le vacanze dell'inverno. Che poi tanto vacanze non sono visto che molti corridori pedalano già dai primi di gennaio. Un primo assaggio, quindi, per rodare i muscoli in vista della Milano Sanremo, la prima classica di primavera. Che una volta, molto ma molto tempo fa, coincideva con la riapertura della stagione.

Ma è storia d'altri tempi, di quando i corridori, d'inverno, se ne stavano a casa loro a fare i muratori o altri lavori stagionali. E solo un precursore come Fausto Coppi si preparava coi suoi angeli custodi (Sandrino Carrea ed Ettore Milano) macinando chilometri dal Turchino a Ventimiglia.

Ma torniamo al presente. Un presente certamente meno leggendario, ma sicuramente più faticoso, che arriva all' appuntamento con più di 15mila chilometri nelle gambe. A questa Tirreno-Adriatico , che è una specie di Giro d'Italia bonsai, partecipa tutto il gotha delle due ruote: i nostri Ivan Basso,Vincenzo Nibali e Michel Scarponi. Poi Evans e Andy Schleck, l'iridato Hushvod. E poi una stuolo di rapinatori di classiche: da Cancellara a Boonen, da Flecha a Gilbert, passando a sprinter di razza come Freire, Petacchi e Cavendish. Qui l'elenco potrebbe infittirsi. Ci aggiungiamo, giusto per la bandiera, Pozzato e Bennati.

L'anno scorso, alla fine, Stefano Garzelli la spuntò su Michele Scarponi. Garzelli, decano del gruppo con i suoi 37 anni, è un po' meno favorito. Gli anni passano e, ogni volta, l'asticella si alza. Di sicuro ritroverà Scarponi, segnalato tra i più scalpitanti al via. Interessante vedere anche la coppia Basso-Nibali. Il varesino, anche se non ci sono traguardi in salita adatti a lui, vuole mettersi in evidenza. La sua infatti sarà una primavera densa di impegni visto che poi, per puntare al Tour de France, non parteciperà al Giro d'Italia. Nibali invece ha ancora il motore da scaldare. I due continuano ad andare d'accordo. E anche ammesso che ci sia una vera rivalità, la sanno gestire con intelligenza dividendosi il bottino come hanno fatto l'anno scorso (Il Giro d'Italia a Basso, la Vuelta a Nibali).

Tutto questo scintillar di telai e biciclette, non può nascondere le ombre di vecchie e nuove storie di doping che, insieme alle corse, si riaffacciano puntuali alla cronaca. Di Alberto Contador, che parteciperà al prossimo Giro d'Italia (7 maggio-29 maggio), c'è poco da dire. Che sia nato per vincere, non ci piove. E lo conferma anche il suo recentissimo successo alla Vuelta Murcia (dal 2007 ha firmato 15 corse a tappe su 27, tra cui tre Tour de France e anche un Giro d'Italia).

Nessuno discute quindi che sia un campione a tutto tondo. Però, oltre alle sue indubbie qualità tecniche, può contare su tanti santi in paradiso che, quando è in odor di peccato, puntualmente gli evitano non solo l'inferno ma anche il purgatorio. Assolto dalla Spagna per la vicenda del clenbuterolo, adesso Lupo Alberto cercherà di dribblare i ricorsi di Uci e Wada. Paradossalmente, se Contador vincesse il prossimo Giro d'Italia, potrebbe ritrovarsi, dopo qualche mese, squalificato dal Tribunale arbitrale dello sport. Un pasticcio, insomma. Uno dei tanti del ciclismo.

Va anche detto però che l'Italia, per altri versi sempre in mezzo a storiacce, questo volta può pedalare a testa alta. Sono altri, come la Spagna, che nascondono la polvere sotto il tappeto. Da noi, vedi anche l'ultima severa squalifica a Franco Pellizotti per anomalie nel passaporto biologico, il rigore è perfino eccessivo. In un paese di grandi evasori, il ciclismo il suo dazio lo paga fino in fondo. C'è perfino da farsi qualche domanda sui troppi Torquemada di casa nostra che, forse, sarebbe il caso di rimandare a Madrid. Tornando proprio alla Spagna, ricordiamo che il famoso medico Eufemiano Fuentes, tra i più coinvolti nella operazione Puerto, ha già trovato posto come consulente nella squadra delle Canarie. Un altro impunito che cade sempre sempre in piedi.

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