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Questo articolo è stato pubblicato il 10 marzo 2011 alle ore 12:02.

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Usa: Biglietto verde Goodbye, spazio alle moneteUsa: Biglietto verde Goodbye, spazio alle monete

Più longeve, meno soggette all'usura del tempo e più economiche da produrre. Così la moneta consegna il biglietto verde da 1 dollaro alla Storia. Naturalmente, la richiesta, non più semplice raccomandazione, ufficializzata dal Gao (l'Ufficio bilancio del Governo Usa) dovrà passare l'esame della Casa Bianca, nient'affatto disposta a dare l'ok, almeno in tempi brevi.

Il dollaro, più d'una comune banconota, piuttosto un simbolo che nella sua crescita, e nel suo dilagare ben oltre i confini degli Stati Uniti, ha di fatto accompagnato l'affermarsi del Paese e l'inarrestabile ascesa d'un Capitalismo alternativamente fedele al credo del profitto uguale per tutti, senza distinzioni di classi o censo, e dell' It's business stupid!.

A conti fatti, tanto per restare in tema, la banconota con sfumato, su di uno sfondo verde, The One Dollar, ha costituito una sorta di linguaggio universale e al contempo di biglietto da visita altrettanto globale con il quale gli Usa si sono presentati al Mondo, in questo caso senza ambiguità bisogna ammettere.

Gli artefici di questa revisione e dello stop alla spesa sono centinaia di esperti, tecnici, analisti e ricercatori che lavorano negli uffici del Gao, un organismo speciale che nel biennio passato, proprio per volontà di Obama, ha visto lievitare i suoi poteri di controllo sulle scelte di Governo e sulle politiche di spesa. In pratica, si tratta d'una sorta di Corte dei Conti a misura d'Esecutivo, i cui richiami ad una buona contabilità spesso s'accompagnano a suggerimenti tecnici che nel 50% dei cas, si trasformano in legge o comunque in specifici atti d'indirizzo. Ed è proprio da questo organo che è giunto lo scoccare della campana che annuncia l'estinzione, ritenuta necessaria per esigenze di risparmio, del biglietto verde da 1 dollaro.

L'addio al biglietto verde da 1 dollaro tradito dalla longevità della moneta. Comunque, il Gao suggerisce né consiglia lanciando moniti filosofici o concettuali. Le prime a raggiungere la Casa Bianca sono tabelle e statistiche e, a seguire, pervengono note e spiegazioni. Al riguardo, i numeri azzerano la suspense contabile. In dettaglio, nel corso dei trent'anni passati sono state stampate 109 miliardi di banconote da 1 dollaro. Le monete dello stesso valore, invece, che hanno lasciato la zecca con rotta sulle tasche dei contribuenti sono state 2 miliardi. Dunque, mentre il tasso di sostituzione delle banconote già esistenti con su scritto One Dollar è pari a circa il 3% del totale, per le monete, del medesimo valore, non si supera lo 0,1 per cento.

In più, mentre produrre una banconota costa 0,3 centesimi, l'immissione d'una moneta sul mercato non richiede più di 0,01 centesimi e una serie di passaggi burocratici. Le monete, invece, il cui conio è direttamente ordinato dalla Banca Centrale alla zecca, non ammettono nessun filtro. In pratica, non esiste un passaparola. Considerando tutti questi fattori, e passaggi di sede e di mano, e aggiungendo la deperibilità delle banconote rispetto invece alla resistenza in circolazione delle monete, il Gao indica, su 30 anni, un risparmio netto di quasi 6miliardi di dollari, quasi 190 milioni di dollari l'anno, nel caso si transitasse dalla banconota di 1 dollaro alla moneta. Di fatto, quindi, il biglietto verde scomparirebbe dalla scena, almeno riguardo The One Dollar, rimpiazzato dal metallo.

I dubbi. Due gli spunti di riflessione e di approfondimento avviati dalla Casa Bianca. Innanzitutto, ad oggi le monete da un dollaro in circolazione sono soltanto 3miliardi, mentre 1 solo miliardo è conservato presso la Federal Reserve. Dunque, a conti fatti, la produzione di moneta dovrebbe aumentare considerevolmente prima di soddisfare la domanda proveniente dalle tasche dei contribuenti. Inoltre, il trasporto delle monete richiede l'utilizzo di cargo, treni e mezzi con strutture adeguate. Nei primi anni vi sarà quindi un periodo di transizione che vedrà i costi crescere piuttosto che reclinare. Un dato da mettere in conto questo, soprattutto in tempi di Crisi.

Risultato, i consiglieri economici del presidente studieranno l'effettivo vantaggio d'un eventuale pensionamento del biglietto verde di riferimento, l'impossibilità d'un suo rimando dato il clima attuale dell'economia e, per finire, i costi derivanti dalle campagne di comunicazione da avviare per annunciare il fine vita del biglietto verde da 1 dollaro, circa 8milioni di dollari l'anno, e la che la zecca impiegherà per aumentare la produzione di monete. In realtà, questo è il punto dove si addensano i dubbi più lievi dato che produrre un biglietto verde con su scritto One Dollar costa allo Stato 70milioni di dollari l'anno, mentre l'esborso originato dall'immissione di monete dello stesso valore è pari a 10milioni. Insomma, riflessione zero.

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