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Questo articolo è stato pubblicato il 10 marzo 2011 alle ore 06:38.

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ROMA
Sbloccata l'impasse al Senato sulle quote rosa nei consigli di amministrazione e negli organi di controllo delle società quotate e delle controllate pubbliche non quotate. Il provvedimento sarà in aula a palazzo Madama martedì 15 marzo per il via libera in sede redigente (in aula solo le dichiarazioni di voto e l'ok finale). Poi il testo, diviso in tre articoli, tornerà all'esame della Camera, che lo aveva approvato in prima lettura il 2 dicembre 2010.
Il governo ieri, dopo la doccia fredda del parere negativo espresso l'8 marzo sull'entrata a regime dal 2015, ha deciso di rimettersi al lavoro della commissione Finanze. E ha acceso semaforo verde all'approvazione dell'emendamento della relatrice Maria Ida Germontani (Fli), frutto del lavoro bipartisan di tutta la commissione. Approvato anche lo slittamento dell'entrata in vigore delle norme, operative dopo dodici mesi (e non sei) dall'approvazione della legge, con una percentuale del 20% di donne nel primo mandato compreso tra il 2012 e il 2015. Quote rosa che andranno a regime con una percentuale di presenze femminili nei board delle società pari al 33,3% nel secondo mandato tra il 2015 e il 2018. Le quote, però, non saranno eterne: si tratta, infatti, di una norma transitoria, valida solo per tre mandati dei cda e dei collegi sindacali.
«Sono indispensabili – sottolinea la relatrice Maria Ida Germontani (Fli) – per scardinare il sistema che vede le donne prime nei concorsi, al lavoro nel settore economico e bancario con grande capacità, professionalità e competenza, ma senza possibilità di accedere alle stanze dei bottoni». Per il ministro delle pari opportunità, Mara Carfagna, sono interventi che «possono aiutare a cambiare l'immagine della donna». Per Lella Golfo (Pdl), prima firmataria al Senato, il provvedimento «è frutto di un giusto compromesso tra la necessità di una maggiore partecipazione femminile e i timori delle aziende». Soddisfatta Anna Finocchiaro, presidente del gruppo Pd al Senato, per le modifiche «frutto di un impegno concordato e comune di opposizione e maggioranza e perché prevalesse l'autonomia del Parlamento». Rosy Bindi, presidente dell'assemblea nazionale del Pd ha chiesto alla maggioranza di confermare rapidamente anche alla Camera l'impegno preso. Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, si augura che il governo tenga conto delle quote rosa nelle prossime tornate di nomine.
In caso di inadempienza ci sarà una diffida della Consob a reintegrare il cda o i collegi entro quattro mesi. Scatterà una nuova diffida a reintegrare entro tre mesi in caso di ulteriori inadempienze. Per chi non si adegua prevista la decadenza del consiglio d'amministrazione o degli organi di controllo. E si pagano forti sanzioni pecuniarie: da 100mila a un milione di euro per i cda e da 20mila a 200mila per i collegi sindacali. L'autorità di vigilanza per le società quotate sarà la Consob, mentre per quelle pubbliche un ordine del giorno di Cinzia Bonfrisco (Pdl), accolto dal governo, impegna l'esecutivo a individuare la Civit come autorità di vigilanza sulle controllate pubbliche non quotate. Un regolamento del governo, sentiti il Consiglio di Stato e la Conferenza Stato-Regioni, deciderà sulle società pubbliche. Approvato anche un odg di Mario Ferrara (Pdl) che impegna il governo ad adottare misure fiscali per compensare l'aggravio degli oneri a carico delle società per le assemblee straordinarie per adottare le modifiche statutarie legate alle quote rosa. Sì anche all'odg della relatrice che prevede un codice di autoregolamentazione del ministro per le Pari opportunità per le società che vorranno anticipare i tempi di applicazione delle quote rosa.
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NUOVE REGOLE E MANAGER ROSA
Effetti già nel 2012
Per i rinnovi dei cda delle società quotate e delle controllate pubbliche previsto un quinto di donne a partire dal 2012 e un terzo dal 2015. È una normativa transitoria, valida per tre mandati dei cda e dei collegi sindacali
Diffida per inadempienze
In caso di inadempienza,diffida della Consob alle società quotate a reintegrare il cda o i collegi entro quattro mesi. Per ulteriori inadempienze scatterà una seconda diffida a reintegrare entro tre mesi. Per chi non si adegua decadenza del cda o degli organi di controllo. Per le società controllate pubbliche non quotate un regolamento fisserà le regole. Per loro è stata proposta come authority la Civit (odg Cinzia Bonfrisco del Pdl).
Le sanzioni
Per chi non rispetta le quote rosa sono previste forti sanzioni pecuniarie: da 100mila euro a un milione di euro per i cda e da 20mila a 200mila per i collegi sindacali
Rosalba Casiraghi Consiglio Intesa
Diva Moriani Pres. Intekcapital
Elisabetta Oliveri Snam Rete Gas

pLaurea in ingegneria elettronica, è stata amministratore delegato di Sirti. Siede (unica donna) nel cda di Snam rete gas
pÈ stata la prima donna a far parte di un consiglio di sorveglianza (Intesa Sanpaolo). Ha ricoperto la carica di sindaco in Pirelli e Telecom Italia
pNon proviene da una famiglia di imprenditori ma ricopre ruoli importanti in diverse società (vicepresidente Intek, presidente Intekcapital, ad di I2 Capital)

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