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Questo articolo è stato pubblicato il 10 marzo 2011 alle ore 08:30.

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Zlatan Ibrahimovic (AP Photo / Matt Dunham)Zlatan Ibrahimovic (AP Photo / Matt Dunham)

Bello e impossibile, come cantava Gianna Nannini. Ma è solo la seconda che conta. Impossibile pensare che in campo europeo possano valere gli stessi standard che valgono in Italia. Dobbiamo farcene una ragione. Impossibile pensare di confidare nella forza realizzativa di Ibrahimovic, che in Champions, chissà mai perché, non ha mai brillato. Impossibile, molto semplicemente, procedere senza fare un gol, né all'andata né al ritorno. Il resto è cornice. Chiacchiere per nulla consolatorie. Complimenti che diventano carta straccia o sale sulle ferite. Il Milan, dopo la sconfitta per 1-0 a San Siro, aveva legittimamente pensato di potersela giocare, a Londra, contro il Tottenham.

Invece sono gli inglesi a passare ai quarti, dopo 90' di sofferenza ma non per questo immeritatamente. A White Hart Lane gli Spurs organizzano le barricate, che tanto poco piacciono agli esteti del pallone ma a volte sono un male necessario. Redknapp lo sa bene e si organizza con un gioco di rottura (prendendosi il lusso di rinunciare alla stella Bale, almeno fino a metà ripresa), a base di raddoppi e di pressing che inibisce l'iniziativa rossonera e alla lunga esaspera e innervosisce gli uomini di Allegri annientandone la lucidità negli ultimi metri.

Così, uno dei tridenti più invidiati del panorama europeo, va in bianco. Allegri schiera ovviamente la squadra più offensiva possibile, facendo partire dall'inizio anche Boateng, in dubbio fino a poche ore prima del match, per sfruttare la sua capacità di inserirsi e di dare profondità alla squadra. Il centrocampista si immola finchè può, o meglio, finchè la caviglia dolorante gli consente di fare l'eroe, poi si arrende e gli subentra Merkel. Robinho fallisce nel primo tempo l'occasione di pareggiare i conti con l'andata. Con Gomes fuori causa, disorientato dal dribbling di Pato, il tiro è così debole da consentire a Gallas di salvare sulla linea di porta. Ibrahimovic è ostaggio dell'ottima gara del mastino Dawson. Pato è un inconcludente moto perpetuo e nulla più.

Il Tottenham non parte con l'idea di barricarsi dieto la linea della palla, anzi, cerca immediatamente il gol della sicurezza con un passaggio di Pienaar che fende con troppa disinvoltura la retroguardia del Milan ma Van der Vaart tiene vive le speranze italiane calciando a lato, e fallisce anche l'occasione successiva, questa volta per merito di Abbiati, sulla sponda di testa di Crouch. Ma il Milan si ricorda ancora come si vince in Europa e non si lascia intimorire, anzi, guadagna metri in tutta fretta e comincia ad organizzare la sua offensiva. Per tutto il resto del primo tempo sono i rossoneri a dominare la scena. Lo sterile tiro al bersaglio comincia con una gran botta su calcio piazzato di Ibrahmovic ma Gomes sale in cattedra e riesce a deviare in corner con i pugni.

Il portiere si lascia poi ipnotizzare, come dicevamo, da Pato ma Rubinho non è abile a completare l'opera. Il portiere del Tottenham torna protagonista ancora una volta prima dell'intervallo, questa volta neutralizzando il sinistro del ‘papero'. Non cambia il copione nella ripresa anche se il Tottenham non ci sta a fare la fine del topo e prova ad affacciarsi cercando soprattutto la testa di Crouch. Ma è sempre il Milan a cercare caparbiamente questo benedetto gol che consentirebbe quanto meno di andare ai supplementari. E sull'unico errore di Gomes ci va vicinissimo. Il portiere non trattiene, Robinho è abilissimo a fiondarsi sul pallone ma non altrettanto ad aggiustare la mira. Si gioca a una porta sola. Le azioni d'attacco passano dai piedi vellutati di Seedorf che smista ma tra gli attaccanti milanisti non ce n'è uno ispirato.

Le marcature sono strette e Pato decide di tentare il tiro dalla distanza ma la sua conclusione dal sfiora il palo. Sembra una maledizione quando anche nell'ultimo disperato tentativo di assalto Robinho mette alto sopra la traversa. Quelle serate in cui hai la sensazione che il pallone non entrerebbe neppure se giocasse ad oltranza. L'Italia mette così la croce anche sul Milan. Il più nero dei presagi, dopo la concomitante eliminazione della Roma, si sta compiendo. Sta all'Inter, la prossima settimana, provare a spezzare l'incantesimo.

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