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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2011 alle ore 06:36.

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Il totale del gettito Irpef, che presenta una differenza limitata allo 0,2% tra l'anno d'imposta 2009 (dichiarazioni 2010) e il precedente ROMA
A tenere in piedi sia il reddito dichiarato (783 miliardi di euro) sia il gettito Irpef (146,4 miliardi) è stata la lotta all'evasione. Solo grazie alla spinta della lotta al nero i dati delle dichiarazioni 2010 riescono a pareggiare i conti con quelle dell'anno precedente. Per capirlo bastano due calcoli: l'amministrazione finanziaria spiega che il prodotto dell'antievasione (9,1 miliardi), è aumentato del 32% rispetto all'anno prima: la dote extra, quindi, viaggia intorno ai 2,2 miliardi, senza i quali il conto finale si sarebbe fermato a 144,3 miliardi, cioè l'1,28 per cento rispetto all'anno prima.

Le ultime dichiarazioni sono il frutto dell'attività prodotta nel 2009, che ha visto l'amministrazione impegnata su due binari che insieme hanno spinto, di fatto, i contribuenti a dichiararsi al fisco in Unico 2010.

Il primo binario era quello del contrasto all'evasione internazionale, con «l'effetto-compliance» generato comunque generato dallo scudo fiscale. Anche se l'obbligo del quadro RW decorrerà solo da quest'anno con Unico 2011 per chi ha utilizzato lo scudo nel 2009, nel quadro della dichiarazione dei redditi Unico 2010 si dovevavno indicare immobili, gioielli e imbarcazioni anche quando in concreto non producono redditi di fonte estera imponibili in Italia nell'anno interessato.

In sostanza l'obbligo di compilazione di RW sussisteva, a decorrere dal periodo di imposta 2009, non solo per le attività estere di natura finanziaria, ma anche, in ogni caso, per gli immobili e per i beni mobili suscettibili di utilizzazione economica (preziosi, opere d'arte, yacht).

Nel caso di questi ultimi beni, aveva spiegato l'amministrazione finanziaria, la locazione, il noleggio, la concessione in uso, costituiscono presupposto impositivo secondo le regole del testo unico delle imposte sui redditi, e di conseguenza determinano una potenziale capacità, almeno in astratto, di produzione di reddito.

L'altro binario del contrasto all'evasione è stata la caccia ai finti poveri, con il rilancio degli accertamenti sintetici accompagnati dal primo restyling del redditometro.

Nel 2009, infatti, l'agenzia delle entrate ha incrementato dell'81% rispetto al 2008 proprio gli accertamenti sintetici fondati sul confronto tra i redditi dichiarati e la reale capacità di spesa, con una maggiore imposta accertata pari al 61 per cento rispetto all'anno precedente.

Ma se si guarda bene ai dati delle dichiarazioni 2010, sul fronte della lotta all'evasione c'è ancora molto da fare, se è vero che il 90,2% dei contribuenti ha dichiarato al fisco redditi solo fino a 35mila euro e quasi il 50% (pari a 20,4 milioni di contribuenti Irpef denuncia redditi inferiori a 15mila euro.

Il tutto facendo attenzione comunque a due variabili importanti: non alzare troppo l'asticella con il rischio di spingere i contribuenti a nascondersi nuovamente o, al contrario, a cercare nuove opzioni con i regmi di tassazione speciale come può esere quello dei minimi che in un solo anno ha visto crescere le sue adesioni del 23 per cento. (M.Mo. e G.Tr.)

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