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Questo articolo è stato pubblicato il 12 marzo 2011 alle ore 08:14.

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Draghi: la mafia frena la crescita (Emblema)Draghi: la mafia frena la crescita (Emblema)

«In Lombardia l'infiltrazione delle cosche avanza, come ha recentemente avvertito la Direzione nazionale Antimafia. Le denunce per associazione a delinquere di stampo mafioso si sono concentrate fra il 2004 e il 2009 per quattro quinti nelle province di Milano, Bergamo e Brescia».

Il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, parla nell'Aula magna della Statale, gremita di studenti venuti ad ascoltare la prima di una serie di conferenze promosse con la collaborazione dei sette atenei milanesi dall'associazione antimafia "Libera" di Don Luigi Ciotti, per alimentare tra gli studenti la cultura della legalità. Draghi osserva che è opportuna oggi una risposta civile,anche perché «la comunità nella sua generalità è sana e non ancora intimidita». Tuttavia, Draghi ricorda anche che se è vero che in larga parte al Centro nord la presenza mafiosa resta un fenomeno d'importazione «la criminalità locale appare coinvolta in molti reati tipicamente riconducibili al crimine organizzato di stampo mafioso, come l'usura, il riciclaggio e le estorsioni: ne emerge - osserva – una preoccupante saldatura con le mafie tradizionali». Non basta. «La crisi che abbiamo vissuto nei passati tre anni – spiega – non ha certo migliorato le cose: non poche imprese che hanno visto drammaticamente ridursi i flussi di cassa e il valore di mercato, sono divenute più facilmente aggredibili dalla criminalità». Poi, Draghi elenca i costi economici della criminalità organizzata: «Un nostro studio - scandisce – ha documentato come nelle economie a forte presenza criminale le imprese pagano più caro il credito; in quelle aree è più rovinosa la distruzione di capitale sociale dovuta all'inquinamento della politica locale; i giovani emigrano di più» depauperando quindi le comunità nelle quali sono nati. Ma il Governatore cita anche un'altra ricerca, condotta in Banca d'Italia su sollecitazione della commissione Antimafia, nella quale è stata svolta un'analisi sulle due regioni meridionali che sono state oggetto di più recente infiltrazione da parte della criminalità organizzata, vale a dire la Puglia e la Basilicata. I risultati dell'analisi controfattuale mostrano che, in concomitanza con il contagio della criminalità, le due regioni sono passate da una crescita del pil pro-capite più rapida rispetto a regioni simili a una più lenta: «Nell'arco di trenta anni, all'insorgere della criminalità organizzata sarebbe attribuibile una perdita di Pil di 20 punti percentuali, essenzialmente per minori investimenti privati». Quanto al riciclaggio, dopo aver precisato che il fenomeno ha una dimensione internazionale e che per contrastarlo è essenziale la cooperazione internazionale, Draghi ha ricordato che il sistema finanziario italiano «anche se lentamente» si sta conformando alla disciplina anti-riciclaggio e si è passati dalla 12.500 segnalazioni del 2007 alle 37.000 dello scorso anno. Professioni e altri operatori, però, ha detto «sono meno solerti». Le loro segnalazioni, infatti, sono state solo 223. In Lombardia, dove si produce il 20% del Pil italiano, si concentra anche il 20% delle segnalazioni di sospetto riciclaggio. Draghi ha poi risposto a delle domande degli studenti e, sulla questione dell'usura, ha sottolineato che l'attuale legge avrebbe bisogno di qualche ritocco, perché quando i tassi sono bassi come gli attuali il meccanismo vigente finisce con l'escludere dall'accesso al credito molte persone che invece potrebbero ottenerlo. Per questo Bankitalia si accinge a suggerire, attraverso una sua proposta tecnica, un meccanismo di legge sull'usura più flessibile, che garantisca in ogni caso la tutela e la certezza del diritto.
Infine, in tema di aziende in difficoltà economiche, il Governatore ha osservato che «oggi la legge fallimentare offre alle imprese una qualche rete di protezione, che tuttavia non è estesa alle piccole e medie imprese e a quelle a responsabilità individuale: forse, invece, questa rete protettiva potrebbe essere estesa anche ai piccoli, sul modello di quanto avviene negli Stati Uniti».
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