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Questo articolo è stato pubblicato il 12 marzo 2011 alle ore 08:11.

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Un terremoto di 8,9 gradi della scala Richter ha colpito la costa nord-est del Giappone alle 14,46 (6.46 ora italiana). Un muro d'acqua di dieci metri ha ucciso e disperso oltre 1.500 persone, spazzato via palazzi, strade e quattro treni lungo la costa orientale, fatto sparire una nave con cento passeggeri a bordo.

L'epicentro è a 500 chilometri a nord di Tokyo, in mare. È il sisma più forte mai registrato in Giappone e il più potente mai registrato in tutto il pianeta dal 1900, il più intenso nella regione degli ultimi 1.200 anni. Una forza distruttiva superiore allo tsunami che annientò l'Indonesia il giorno di Santo Stefano del 2004.

La gigantesca onda nata dal terremoto che ha spostato l'asse terrestre di dieci centimetri ha attraversato l'Oceano Pacifico alla velocità di 800 chilometri orari prima di colpire le Hawaii e la costa occidentale degli Stati Uniti. In Oregon e nello stato di Washington è stata ordinata l'evacuazione di migliaia di persone, ci sono già quattro dispersi in California. Stanotte l'onda dovrebbe arrivare sulle coste di Cile e Colombia. I paesi a rischio tsunami sono 17, rischiano di essere sommerse isole e isolotti del Pacifico. L'allarme è scattato anche lungo la costa ovest del Canada. La provincia della British Columbia è in stato di allarme per il possibile arrivo dell'onda partita dal Giappone. «Un allarme è stato lanciato a causa del rischio di uno tsunami che potenzialmente potrebbe produrre forti correnti pericolose per chi si trova in acqua», si legge in un bollettino governativo.

Il Giappone, di solito capace di reagire ai frequenti sismi, già in difficoltà per il recente sorpasso dell'economia cinese, è bloccato: 80 incendi stanno devastando il paese, solo sei a Tokyo, nel nordest del paese più di quattro milioni di case sono senza luce. Le prefetture coinvolte sono cinque: Miyagi, Fukushima, Chipa, Iwate e Tokyo.

Preoccupano due centrali nucleari del paese che hanno registrato problemi al sistema di raffreddamento dei reattori: all'inizio il ministero dell'Industria aveva detto di temere una piccola fuga radioattiva nella centrale di Fukushima. Nella serata l'agenzia internazionale per l'energia atomica ha fatto sapere che tutte le misure di emergenza sono state attivate in totale sicurezza. Ma poche ore dopo, secondo la protezione civile si sono registrate radiazioni fino a mille volte oltre il livello normale al di fuori di Fukushima: il premier giapponese Naoto Kan ha annunciato lo sgombero di tutti i residenti nel raggio di 10 chilometri dalla centrale nucleare mentre nelle prime ore successive al terremoto e ai problemi di raffreddamento alla centrale, era stato sgomberato un raggio di circa tre chilometri attorno all'impianto, per un totale di circa seimila persone. Più tardi sono stati segnalati problemi all'impianto di raffreddamento anche nella seconda centrale nucleare di Fukushima.

La diga di Fujinuma è crollata e potrebbero mettere a rischio altre strutture fin qui lesionate solo in modo parziale dal primo sisma. I telefoni cellulari sono rimasti fori uso per gran parte della giornata, ma il web continua a funzionare: gli Sos si mandano via Twitter.

Durante la giornata si sono registrate sette scosse di assestamento, una di 6,1, l'ultima di 6,7. Gli esperti hanno spiegato che le conseguenze della scossa si sentiranno per tutto l'anno. I primi cadaveri sono stati trovati in una spiaggia di Sendai, nel nord est della prefettura di Miyagi, la zona in cui si contano 707 dispersi e 947 feriti. La cittadina di Kesennuma, nel nordest del Giappone, è stata colpita da una serie di incendi e un terzo del suo territorio è stato sommerso dopo il terremoto e lo tsunami.

Il consiglio di sicurezza dell'Onu ha osservato un minuto di silenzio. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha inviato due portaerei, la Ronald Reagan e la George Washington, che già si trova al largo del Giappone, per aiutare le vittime del terremoto e dello tsunami che hanno colpito il paese. Nelle stesse ore le quotazioni del petrolio scivolano per la prima volta da una settimana sotto i 100 dollari. Il terremoto rischia di indebolire la domanda del terzo paese maggior consumatore mondiale.

Non è mancato chi ha fatto notare che il numero 11 caratterizza le tragedie degli ultimi dieci anni, come l'11 settembre 2001 delle Torri gemelle e l'11 marzo 2004 dell'attentato a Madrid. Ma ai giapponesi sarà forse venuto in mente il pesce gatto o namazu, simbolo del terremoto che, spiega all'agenzia Tmnews Chiara Ghidini, docente di storia giapponese all'Orientale di Napoli, nella cultura popolare del paese significa «distruzione» ma anche «cambiamento e rinascita».

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