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Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2011 alle ore 20:16.

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La catastrofe giapponese non mette in discussione l'ambizioso programma nucleare civile della Cina. All'allarme internazionale generato dal terremoto che ha sconvolto il Giappone, Pechino ha reagito chiarendo che ‘'la Cina non cambierà la sua determinazione nel piano nucleare''. Parole pronunciate dal vice ministro della Protezione Ambientale, Zhang Lijun, con la precisazione che ‘'la lezione giapponese sarà tenuta in considerazione nella costruzione dei nuovi impianti''.

Per la Cina, prima emettitrice globale di CO2, l'energia atomica rappresenta una scelta pragmatica complementare a quelle idroelettrica ed eolica che negli ultimi anni hanno conosciuto uno sviluppo eccezionale. Il paese, che possiede attualmente 13 reattori funzionanti la cui sicurezza è ‘'attestata'', intende raggiungere la capacità nucleare di 40 milioni di kilowatt nei prossimi cinque anni. Per la prima volta i siti sorgeranno anche nelle province interne oltre che sulle aree costiere. Il primo reattore dell'entroterra, riferiscono le autorità locali, sarà progettato quest'anno in una delle tre province Hubei, Hunan o Jiangxi. Almeno 28 reattori sono in costruzione in tutta la Cina e altre decine in fase di progettazione con l'obiettivo di raggiungere la capacità di 80 milioni di kilowatt nel 2020, equivalente a tutta la capacità elettrica installata in Italia. Di questo passo il fabbisogno annuale interno di uranio potrebbe salire a 20 mila tonnellate nel 2020 con una conseguente impennata delle importazioni. ‘'È solo questione di tempo. Il sorpasso della Cina sugli Stati Uniti come primo importatore mondiale di uranio avverrà entro il 2030'', ha dichiarato pochi giorni fa il vicedirettore della National Energy Administration, Qian Zhimin. Traguardi ambiziosi che rischiano però di premere troppo sull'accelleratore dell'industria nucleare cinese i cui livelli di sviluppo e sicurezza sono ancora inadeguati, sostiene Xiao Xinjian, ricercatore della Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme (NDRC), l'agenzia statale per la gestione della macro-economia. Intervistato dal quotidiano China Daily, l'esperto mette in guardia il proprio paese contro una politica nucleare ‘'troppo aggressiva'' che rischia di comprometterne il sano sviluppo.

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