Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2011 alle ore 08:11.

My24


Tutto il mondo è paese, si dice. Ma non quando si parla di terremoti. Certo, il Giappone è dentro al cosiddetto Ring of fire, l'ideale "anello di fuoco" che circonda il Pacifico, teatro dei maggiori eventi sismici dell'orbe terracqueo: parte dalla Nuova Zelanda, aggira l'Australia, attraversa l'Indonesia e le Filippine, risale verso il Giappone e poi vira a destra verso l'Alaska per ridiscendere lungo tutta la costa occidentale americana, dalla California fino al Cile. Tutte aree a rischio, ma nessuna quanto la terra del Sol Levante.
Il Giappone siede proprio all'incrocio di tre enormi placche tettoniche: quella del Pacifico che si muove verso ovest, quella Euroasiatica che preme in direzione opposta e quella Nordamericana che, per strano che possa sembrare, arriva fin lì. E senza contare che da sud, preme una placca più piccola, quella delle Filippine. In poche parole, una situazione geologica molto, molto particolare. E ad alto livello di rischio. Il terremoto di Sendai, spiega Alice Walker del British Geological Survey, è avvenuto «in una zona di subduzione, dove una placca si muove sotto a un'altra. Il risultato è che una delle due si alza, deformando il suolo marino e sospingendo un'enorme colonna d'acqua, lo tsunami. È esattamente quel che è successo nel 2004 nell'Oceano Indiano». La placca del Pacifico ha sollevato la placca Eurasiatica.
Le attenzioni del mondo sono rivolte a quei terribili minuti, in cui il suolo giapponese ha tremato per un sisma 8,9 della scala Richter: una scarica di energia impressionante (e inaspettata), pari a 340 milioni di tonnellate di tritolo. Ma per capire davvero il dramma giapponese, bisognerebbe guardare alla quantità spaventosa di eventi sismici degli ultimi giorni. Anzi, seguire con i propri occhi, quelle delle prossime ore. Con la tecnologia, si può. C'è perfino un'applicazione per iPhone e iPad: si chiama Tectonic, costa meno di due euro e, avverte in tempo reale di tutti i terremoti di tutto il pianeta sopra al secondo grado della scala Richter. Oppure, più semplicemente, basta andare sul sito dell'Usgs, lo United States Geological Survey (http://earthquake.usgs.gov/earthquakes/recenteqsww/Quakes/quakes_big.php) per vedere la lista aggiornata dei terremoti sopra il quinto grado Richter. A contarli, fanno venire i brividi.
Venerdì scorso, l'infame 11 marzo, dopo il Big One ci sono stati 84 terremoti sopra il quinto grado Richter, 21 sopra il sesto grado e uno sopra il settimo. Ieri, ce ne sono stati 54 sopra il quinto grado e 6 sopra il sesto. Nel tempo in cui è stato scritto questo articolo, il mare del Giappone è stato scosso da un 5,2, un 5,0 e 6,0, più innumerevoli altri sotto il quinto grado. Il terremoto dell'Aquila aveva fatto registrare una magnitudo 5,9.
Sembrerebbe che lo sciame sismico si stia attenuando, anche se, a detta degli esperti, ben difficilmente è finita qui. «Non abbiamo troppa esperienza con terremoti di queste dimensioni – dice Paul Caruso, geofisico dell'Usgs – e non sappiamo quanto andranno avanti le scosse di assestamento. Sentiamo ancora quelle del terremoto in Cile dell'anno scorso. In Giappone, potrebbero andare avanti per mesi o per anni». C'è chi dice che si avvertano tutt'ora le scosse di assestamento del terribile terremoto cileno del 1960, che raggiunse la magnitudo record di 9,5. «Solitamente – aggiunge Caruso – più grande il sisma, più lunga la durata delle scosse secondarie».
Come noto, la scienza sismologica ha ancora parecchi limiti. Ma c'è anche chi teme che il sisma del 2004 abbia inaugurato un'era di instabilità geologica nel Pacifico. «Ci sono segnali che il Pacifico stia entrando in una fase movimentata che, potenzialmente, potrebbe durare per decenni», ha detto ieri John Ebel del Weston Observatory di Boston. Ma tutti premettono di non poter predire alcunché.
Come si vede nel sito dell'Usgs, il Big One dell'11 marzo era stato annunciato da un sisma 7,2 esattamente due giorni prima, seguito da altri 18 eventi sopra il quinto grado. Con il senno di poi, c'è chi dice che erano tutte scosse preparatorie del disastro. Ma la verità è che la gente del Giappone, con la sua leggendaria capacità di coabitare coi terremoti, si trova ad affrontare una nuova fase – economica, ma anche psicologica – della sua storia. Una storia fatalmente appesa alla sfortunata geologia, ai capricci di quattro placche tettoniche.
Proprio in questo istante, Tectonic ha fatto il suo dovere: il software segnala un sisma 5,1 Richter, 13 chilometri di profondità, al largo del Giappone.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi