Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2011 alle ore 08:28.

My24
Gheddafi: pronto ad allearmi con al Qaeda, inviato Onu a TripoliGheddafi: pronto ad allearmi con al Qaeda, inviato Onu a Tripoli

Se i governi occidentali «si comporteranno come in Iraq, la Libia uscirà dall'alleanza internazionale contro il terrorismo. Ci alleiamo con al Qaida e dichiariamo la guerra santa». Lo dice in un'intervista esclusiva al Giornale il leader libico Muammar Gheddafi che afferma anche di essere «scioccato dall'atteggiamento degli europei» e di sentirsi «tradito» da Berlusconi.

Il colonnello afferma che non c'è spazio di dialogo con i ribelli perchè «il popolo» è dalla sua parte, anzi è «la gente» che «chiede di intervenire» contro le «bande armate». «Negoziare con i terroristi legati ad Osama Bin Laden - ribadisce - non è possibile. Loro stessi non credono al dialogo, ma pensano solo a combattere e ad uccidere».

A Bengasi, sottolinea il colonnello, «la popolazione ha paura di questa gente e dobbiamo liberarla». Anche i membri del Consiglio nazionale dell'opposizione, aggiunge, è «come se fossero ostaggio di Al Qaida. Il Consiglio è una facciata, non esiste». La riconquista della Cirenaica è una questione di tempo: «Ci sono solo due possibilità: arrendersi o scappare via. Questi terroristi utilizzano i civili come scudi umani, comprese le donne».

La comunità internazionale, prosegue il leader libico, «non sa veramente cosa accade in Libia. Il popolo è con me. Il resto è propaganda. Posso solo ridere». Gheddafi si dice quindi «scioccato» dall'atteggiamento degli europei, che «in questa maniera hanno messo in pericolo e danneggiato una serie di grandi accordi sulla sicurezza nel loro interesse e la cooperazione economica». Il colonnello si sente anche «tradito» da Berlusconi, mentre Sarkozy, afferma ancora, «ha un problema di disordine mentale. Ha detto delle cose che possono saltar fuori solo da un pazzo».

Il colonnello dice di pensare ed auspicare «che il popolo libico riconsidererà i legami economici e finanziari e anche quelli nel campo della sicurezza con l'Occidente». Quando «il vostro governo - dice a proposito di quello italiano - sarà sostituito dall'opposizione ed accadrà lo stesso con il resto dell' Europa il popolo libico prenderà, forse, in considerazione nuove relazioni con l'Occidente». Se sarà suo figlio Seif al Islam a prendere il suo posto dopo la crisi «lo decideranno i libici attraverso i Comitati popolari e il Congresso del popolo». «Se la scelta verrà dal popolo - afferma il rais - l'accetterò».

Intanto Abdul Khatib, inviato delle Nazioni Unite in Libia, ha incontrato a Tripoli il ministro degli Esteri libico Moussa Koussa, al quale ha chiesto la fine delle violenze e libertà di accesso per le organizzazioni umanitarie.
Un nuovo colloquio - al quale dovrebbe partecipare anche il coordinatore degli affari umanitari dell'Onu, Rachid Khalikov - dovrebbe avere luogo nella giornata di oggi, secondo quanto riferito dall'agenzia ufficiale libica, la Jana.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi