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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2011 alle ore 16:33.

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Il governo italiano «non è né cieco né sordo» rispetto alle notizie che arrivano dalle centrali nucleari in Giappone e assicura di avere «a cuore la sicurezza dei cittadini» e che «non sarà mai presa alcuna decisione che la possa mettere a rischio». Lo afferma in una nota il ministro dell'ambiente, Stefania Prestigiacomo. «A noi sta a cuore l'indipendenza energetica dell'Italia, ma prima e di più sta a cuore la salute e la sicurezza dei cittadini e non sarà mai assunta alcuna decisione che la possa mettere a rischio».

Lo scrive il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, aggiungendo che «il governo non è né cieco né sordo rispetto alle notizie che giungono da Tokyo, ed è evidente che la nostra scelta di rientrare nel nucleare ci induce ulteriore attenzione, assieme all'esigenza di una piena trasparenza su quanto sta accadendo. L'incidente nella centrale giapponese - assicura - ci spingerà ad approfondire ulteriormente i temi della sicurezza e i problemi di sismicità dei siti. Il nucleare è una opzione che esiste in tutti i paesi industrializzati del mondo.

È ora in corso una seria riflessione sugli standard di sicurezza negli impianti europei. L'Italia é a quel tavolo e darà il suo contributo. Noi, a differenza di altri paesi Ue non abbiamo centrali nucleari e quindi affrontiamo problematiche diverse da quanti hanno centrali di seconda generazione in funzione. Quanto sta accadendo in Giappone sarà assolutamente tenuto in considerazione nelle scelte che saranno adottate e sono certa che contribuirà ad aumentare la sicurezza delle centrali», conclude.

Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha auspicato che l'esecutivo blocchi il piano per il ritorno al nucleare, di fronte alla tragedia del Giappone. «Il governo dica, "mi fermo un attimo"», ha esortato il segretario del Pd rispondendo ai giornalisti alla Camera. «Mettersi adesso a localizzare, come vuole fare, i siti delle centrali è assolutamente senza senso», ha proseguito, «fermiamoci a rifletterci su». Il governo, ha insistito, «dia una prova di saggezza».

Romani: inimmaginabile tornare indietro.
«Tutti i paesi europei hanno centrali il 19% dell'energia che consumiamo in Italia è prodotta dal nucleare, è inimmaginabile tornare indietro su un percorso già attivato». Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, al termine della riunione sulla crisi nucleare in Giappone convocata dal commissario europeo per l'Energia, Gunter Oettinger, a Bruxelles. Il ministro ha anche escluso che le centrali nucleari europee «di nuova generazione» possano essere spente.

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