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Questo articolo è stato pubblicato il 16 marzo 2011 alle ore 14:23.

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Corre su internet il panico per le conseguenze degli incidenti negli impianti nucleari di Fukushima-Daiichi. E contagia il Giappone. Ad alimentarlo sono voci diffuse attraverso social network, sms e messaggi di posta elettronica. Lunedi scorso un email segnalava il pericolo di "piogge acide" e consigliava misure per proteggersi dai vapori radioattivi nell'area circostante alle centrali atomiche di Fukushima-Daiichi. In poche ore il testo è arrivato nelle reti sociali online e ha generato discussioni e commenti.

Il mittente indicato nel documento era credibile: l'emittente inglese Bbc. Ma si tratta di un falso. E il network d'informazione britannico ha smentito di aver mai pubblicato notizie sulle precauzioni da prendere in Giappone. Eppure la voce continua a circolare sui social network, rimbalza tra gli utenti e innesca commenti nei blog. Anzi, ha sollevato un'ondata di preoccupazioni nel Sud-est asiatico e in Corea del Sud.

La paura arriva nelle Filippine, a 3mila chilometri di distanza: le scuole delle aree settentrionali hanno invitato gli allievi a tornare nelle loro abitazioni. Attraverso i messaggi sms, infatti, sono arrivati consigli sulle misure da adottare, ripresi anche dalle emittenti televisive: "restare in casa, chiudere porte e finestre, strofinare il collo con antisettici per proteggere la tiroide", segnala l'agenzia di stampa Associated France Press. Anche le reti sociali online hanno amplificato il panico diffondendo dati non verificati. Ma l'Istituto di ricerca nucleare delle Filippine (Pnri) smentisce: "Non esiste alcuna evidenza scientifica e tecnica di un fallout dall'impianto di Fukushima-Daiichi". E il ministero della giustizia guidato da Leila de Lima ha avviato indagini per scoprire la fonte delle notizie.

Eppure la propagazione dell'ansia sul web avanza in Estremo Oriente. In Corea del Sud è scesa in campo un'unità di polizia specializzata nel cyberterrorismo: monitora le discussioni sui social network come Facebook e twitter, molto frequentati nella nazione dove è stata fondata la prima rete sociale su internet, Cyworld. I messaggi propagati online invitano i cittadini a non uscire di casa per non esporsi alle piogge o all'aria. Ma il governo di Seul smentisce che sia stato rilevato un aumento della radioattività: da giorni una team monitora i parametri ambientali. In Corea del Sud la diffusione di false informazioni attraverso i mezzi di comunicazione digitali è punita con un anno di prigione o una multa di 9mila dollari. Anche l'agenzia atomica della Malesia (Aelb) ha smentito le preoccupazioni.

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