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Questo articolo è stato pubblicato il 17 marzo 2011 alle ore 16:27.
«Orgoglio e fiducia» per la «straordinaria impresa storica» che è stata l'unificazione italiana. Giorgio Napolitano ha aperto il suo discorso a Montecitorio con un ringraziamento corale «ai tanti che hanno raccolto l'appello a festeggiare e celebrare i 150 anni dell'Italia unita, esprimendo soddisfazione perchè ciò esprime che è stato condiviso lo spirito della ricorrenza». E citando Giuseppe Mazzini ha aggiunto: «non 5,4,3 Italie, ma una sola», rivolgendo poi un appello a tutti affinchè «si torni a onorare la memoria dei giovani e giovanissimi, protagonisti talvolta delle imprese più audaci» e disperate del Risorgimento. «Non ci sono nè scuse nè giustificazioni per non essere "fieri" della propria nazione».
Federalismo rafforza unità
Il capo dello Stato ha invitato inoltre a «non lasciarci paralizzare dall'orrore della retorica» e ha osservato che queste memorie «possono risultare preziose per suscitare le risposte collettive di cui c'è più bisogno: orgoglio e fiducia, coscienza critica dei problemi rimasti irrisolti e delle nuove sfide da affrontare, senso della missione e dell'unità». Napolitano ha parlato anche di federalismo, sottolineando come «un'evoluzione in senso federalistico dello stato potrà garantire maggiore autonomia e responsabilità alle istituzioni regionali e locali rinnovando e rafforzando le basi dell'unità nazionale».
Su gap Nord-Sud serve esame di coscienza collettivo
Parlando invece del divario tra Nord e Sud, il capo dello Stato ha detto che si deve considerare uno dei problemi «di ordine strutturale, sociale e civile che abbiamo ereditato tra le incompiutezze dell'unificazione perpetuatesi fino ai nostri giorni» e per il quale queste celebrazioni possono essere «occasione per una profonda riflessione critica per un esame di coscienza collettivo». Napolitano ha sottolineato che si tratta di un problema che si trova «al centro delle nostre preoccupazioni» e al quale «nessuna parte del nostro paese può sottrarsi. È essenziale - ha detto - il contributo di una severa riflessione sui propri comportamenti da parte delle classi dirigenti e dei cittadini dello stesso mezzogiorno».
Affrontare le sfide avendo come faro l'interesse generale
Napolitano ha poi ricordato come la questione sociale debba essere vista «innanzitutto come drammatica carenza di prospettive di occupazione per una parte rilevante dei giovani» e invitato la classe politica ad affrontare le dure sfide che attendono il Paese avendo come «faro l'interesse generale». «Non è certo mia intenzione passare qui in rassegna l'insieme delle prove che ci attendono», ha spiegato Napolitano, «vorrei solo condividessimo la convinzione che esse costituiscono delle autentiche sfide, quanto mai impegnative e per molti aspetti assai dure, tali da richiedere grande spirito di sacrificio e slancio innovativo, in una rinnovata e realistica visione dell'interesse generale».
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