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Questo articolo è stato pubblicato il 17 marzo 2011 alle ore 06:36.

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Le radiazioni sono sempre più forti nella centrale giapponese di Fukushima, entrata in crisi dopo il terremoto e lo tsunami di venerdì, e rallentano gli interventi per spegnere gli incendi e per raffreddare i reattori roventi. Nel reattore 3 una copertura di contenimento ha crepe da cui sfiatano vapori radioattivi, si teme anche per problemi al reattore 5, finora rimasto escluso perché spento da mesi per lavori. In due reattori sarebbe in fusione il 70% del nocciolo e nella zona circostante, avverte il responsabile della Commissione nucleare Usa Gregory Jaczko, le radiazioni sono «letali». Non sembra vicina la soluzione positiva del dramma nucleare che si aggiunge alla tragedia del paese squassato dal terremoto violentissimo e dall'onda assassina – e nuove scosse potenti anche ieri.
Elicotteri e droni
Un grande elicottero Chinook a due eliche che tentava di gettare acqua sulla centrale ha dovuto arrendersi quando i contatori geyger in cabina sono impazziti: i piloti erano a rischio di contaminazione. Gli Stati Uniti già oggi potrebbero far decollare un drone, un aereo telecomandato, per fare le fotografie e le rilevazioni della centrale. Gli 800 addetti della Tepco stanno alla larga, e solamente una squadra di una cinquantina di loro ha potuto avvicinarsi per svolgere a rischio della vita le manovre sugli impianti.
Usa e (soprattutto) Francia
Ieri sono intervenuti idranti comandati a distanza, mentre si stanno aggiungendo pompe ad alta pressione prestate dagli Usa e i francesi di EdF ed Areva hanno deciso di mandare squadre di esperti. Bisogna seguire con attenzione ciò che fa la Francia (si veda anche l'articolo qui a destra), paese che ha il maggior numero di reattori (notare: di tecnologia nazionale) e forse possiede la maggiore esperienza con l'industria atomica: oltre all'invio di tecnici, la Francia è concorrente della tecnologia General Electric Hitachi messa a dura prova a Fukushima e nei giorni scorsi aveva già diramato avvisi di allerta ai suoi cittadini presenti in Giappone.
Gli incendi
Gli idranti servono a spegnere gli incendi convenzionali avvenuti al quarto piano degli edifici dei reattori 3 e 4. Brucia qualcosa nelle vasche di cemento armato in cui sono protette e conservate le barre di combustibile già usato dai reattori, gli elementi "scarichi" della pila atomica. Non si sa che cosa bruci, poiché negli ambienti in fiamme c'è presenza di materiali combustibili a grado zero, cioè non c'è nulla che possa infiammarsi. Intanto si continua a iniettare acqua fresca di mare negli edifici di contenimento dei noccioli, per raffreddare la reazione.
Clinton e Öttinger
«Quello che sta accadendo in Giappone solleva dubbi sui costi e sui rischi associati all'energia nucleare, ma dobbiamo dare risposte», ha commentato ieri la segretaria di stato Hillary Clinton. L'ambasciata statunitense a Tokyo ha raccomandato ai concittadini di allontanarsi dal raggio di 80 chilometri dalla centrale. Il commissario europeo dell'energia, Günther Öttinger, teme che «nelle prossime ore corriamo il rischio di assistere a una nuova catastrofe» e la situazione «è fuori controllo».
Polemiche Alitalia
Il rimpatrio degli italiani in Giappone è stato accompagnato dalle accuse di molti viaggiatori contro l'Alitalia per i prezzi e per la qualità del servizio. In particolare, ci sono stati problemi per la tournée del Maggio Musicale Fiorentino, i cui coristi completeranno il rientro oggi. L'Alitalia ha replicato sottolineando le tariffe agevolate introdotte in questa drammatica occasione.
I costi della tragedia
La devastazione del mega-sisma in Giappone e la crisi nucleare potrebbero portare, secondo le prime stime degli analisti, a una perdita complessiva fino a 200 miliardi di dollari.
La radioattività di Roma
Tokyo al momento è meno radioattiva di Roma. A dirlo è un bollettino redatto dalla Protezione civile italiana, secondo una misurazione fatta dal tetto della nostra ambasciata in Giappone. A Tokyo ci sono 0,04 microsievert l'ora, mentre a Roma la radioattività del fondo naturale è 0,25, sei volte tanto. Nessun timore: gran parte di Lazio e Campania – zone vulcaniche – hanno una radioattività naturale più spiccata, che si concentra in modo preoccupante nelle case tradizionali costruite con il tufo, roccia impregnata di gas radon, radioattivo.
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