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Questo articolo è stato pubblicato il 18 marzo 2011 alle ore 06:39.

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MILANO
È la mattina del 5 novembre 2010, un venerdì. Silvio Berlusconi presiede il Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi. All'ordine del giorno c'è l'approvazione del pacchetto sicurezza: norme di contrasto alla criminalità organizzata ma anche contro la prostituzione. Nelle stesse ore, nella filiale del Monte dei Paschi di Siena di Milano 2, viene negoziato l'assegno numero 797865969 del conto 1.29 intestato a Silvio Berlusconi, del valore di 400mila euro. Uno cheque uguale a quelli che il ragionier Giuseppe Spinelli, consigliere di amministrazione di una dozzina di società del presidente del Consiglio, è solito cambiare in cash varcando la porta dell'agenzia e scendendo nel caveau della banca. Qui, ogni volta, infila nelle tasche della giacca le banconote e riguadagna l'uscita.
Nell'intero 2010, il ragioner Spinelli (Spin o Spinaus, come lo chiamano spesso le "papi-girl" di via Olgettina) presenta ai cassieri del Monte dei Paschi 64 assegni firmati personalmente da Berlusconi e ogni volta chiede di ritirare contanti: quasi 13 milioni di euro in cash, con una escalation di prelievi nella parte finale dell'anno (1,6 milioni a novembre e ben 2,5 milioni a dicembre). Banconote che non si sa quale strada prendano.
Le cifre emergono dai nuovi accertamenti bancari depositati dai magistrati della procura di Milano che indagano sul caso-Ruby. E ora «questi documenti confermano quanto ha ricostruito il Sole 24 Ore sugli anni 2007 e 2008» nell'articolo del 2 febbraio, affermano fonti qualificate della procura. In quegli anni – che precedono la trionfale vittoria del Popolo della libertà alle politiche dell'aprile 2008, e ben prima che la minorenne Ruby-Karima El Marough metta piede a Villa San Martino – il ragionier Spinelli prelevava già centinaia di migliaia di euro in contanti dal conto corrente di Berlusconi, presentandosi di regola il venerdì e il lunedì e cambiando assegni firmati dal futuro premier, che di solito variavano dai 300mila ai 500mila euro. Spinelli è a volte accompagnato da altri due uomini di fiducia di Berlusconi: l'ex responsabile dei servizi fiscali della Fininvest e oggi senatore del Pdl, Salvatore Sciascia, e Giuseppino Scabini, manager di lungo corso del gruppo del Biscione. A cosa servono quei soldi? «A comprare le caramelle per le bambine», risponde un giorno, a chi glielo domanda, un autista che accompagna Spinelli in banca. Su questi fatti il leader dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro, ha presentato un'interrogazione in Parlamento.
Dopo il deposito delle nuove carte relative alla chiusura delle indagini su Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, i legali del premier hanno chiesto di far slittare la prima udienza, fissata per il 6 aprile, del processo nel quale Berlusconi è imputato di concussione e prostituzione minorile. «Abbiamo più di 20mila pagine di nuovi atti da studiare – dice l'avvocato Piero Longo –. È chiaro che abbiamo bisogno di altro tempo». Dalla nuova documentazione spuntano anche 13 assegni circolari emessi dal ragionier Spinelli a favore di Lele Mora per quasi due milioni e mezzo di euro. Soldi che sarebbero stati versati da Mora alla Banca svizzera italiana di Lugano e in una piccola parte presso il Monte dei Paschi.
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