Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2011 alle ore 08:16.

My24

Senatrice Maraventano direbbe ancora "Iu sugnu leghista!", come lei stessa si apostrofò al suo debutto in politica con la Lega Nord?
L'ho detto e lo ridico. Aggiungo, semmai non fosse chiaro, che io sono nata leghista.
Angela Maraventano è il deputato leghista più a Sud d'Europa. Lampedusana purosangue, la sua carriera ha inizio quando indignata per la morte di un cinquantenne isolano per infarto (nel poliambulatorio di Lampedusa mancava persino il defibrillatore), scrive a una decina di deputati di ogni schieramento politico per denunciare lo stato di degrado in cui versa l'unica struttura sanitaria dell'isola. L'unico a risponderle è il deputato leghista bergamasco Giacomo Stucchi, che una settimana dopo vola a Lampedusa per capire di persona che cosa sia successo. Eletta senatrice in un collegio dell'Emilia Romagna, ora si trova nella scomoda posizione di chi deve convincere i lampedusani ad accogliere i migranti tunisini "per motivi umanitari".

Senatrice, come ha reagito due giorni fa mentre i suoi compaesani impedivano alle cinque motovedette cariche di tunisini di attraccare al molo?
È stata un'esperienza scioccante. Tra loro c'erano cinquanta ragazzini che una volta scesi a terra nessuno voleva ospitare. Guardandoli negli occhi mi sono commossa.

Nel 2009 però la pensava in modo diverso.
Due anni fa presi di petto i trafficanti di carne umana che lucravano sugli spostamenti degli immigrati. Proposi ai lampedusani di trasferire il Centro di accoglienza alla base Loran della Nato, a parecchi chilometri dal cuore dell'isola. Ma loro mi presero a male parole. Io non mi arrendo: questa è un'emergenza umanitaria, il Nordafrica è attraversato da guerre e rivoluzioni. Il governo farà la sua parte, me lo ha promesso il ministro Maroni in persona.

Lei cosa ha chiesto all'esecutivo?
Qui serve tutto. Si dovrebbero costruire scuole nuove e istituire una zona franca. Ma non voglio strumentalizzare l'invasione dei maghrebini per avere delle cose che ci spettano di diritto. Non si possono far morire i lampedusani per aiutare i tunisini. E allo stesso tempo non si possono non prestare i primi soccorsi ai migranti.

Quindi?
Quindi gli isolani si devono decidere: non possono dire di no a tutto.

Il capo dell'opposizione in consiglio comunale sostiene che toccherebbe a lei sfamare i nordafricani nel ristorante di sua proprietà, magari attingendo dallo stipendio di parlamentare.
Aizzare la gente contro di me è una scelta che si commenta da sola. Questi sono momenti tragici. Oggi più che mai, rivendico lo slogan con il quale mi candidai alle Politiche del 2008: Lampedusa libera, Padania libera.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Shopping24

Dai nostri archivi