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Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2011 alle ore 16:56.

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La Lega araba, che aveva sostenuto l'istituzione della no fly zone sui cieli libici, ha criticato i raid aerei occidentali sulla Libia. «Quello che è successo è diverso dall'obiettivo di imporre una no fly zone e quello che vogliamo è proteggere i civili e non bombardarli», ha detto il segretario generale della Lega araba, Amr Mussa.

Un primo paese arabo si unirà all'offensiva internazionale contro la Libia nelle prossime 48 ore, ha dichiarato il ministro della Difesa britannico, Liam Fox, precisando alla Bbc di aver «parlato questa mattina con alcuni leader arabi» che hanno espresso la loro disponibilità a
partecipare all'operazione Odissey Dawn (Odissea all'alba). «Vogliono essere loro ad annunciarlo e non dirò quali paesi potrebbero essere coinvolti», ha aggiunto. Solo il Qatar ha finora confermato ufficialmente la sua partecipazione alle operazioni militari in Libia.

La replica degli Stati Uniti: risoluzione Onu va oltre la no fly zone

Dal Brasile l'amministrazione americana replica alle critiche della Lega Araba. L'azione militare degli Stati Uniti e delle forze alleate in Libia è giustificata dalla risoluzione 1973 approvata dal Consiglio di sicurezza dell'Onu, ha detto oggi un alto esponente dell'amministrazione Usa in risposta alle critiche della Lega Araba sui bombardamenti. «La risoluzione fatta propria dagli arabi e dal Consiglio di sicurezza fa riferimento a tutte le misure necessarie atte a proteggere i civili, e ciò include ma va oltre la no fly zone», ha spiegato la fonte a Rio de Janeiro durante la visita in Brasile del presidente degli Stati Uniti Barack Obama.

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