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Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2011 alle ore 19:47.

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Il governo dello Yemen si è dimesso. A destituire i suoi membri è stato lo stesso presidente del Paese arabo, Ali Abdullah Saleh. Lo ha riferito l'agenzia di stampa Saba. Oggi decine di migliaia di yemeniti si erano dati appuntamento nella piazza dell'Università, nella capitale Sana'a per ricordare le almeno 52 vittime dell'ultima repressione di venerdì scorso, la più violenta da quando sono iniziati i moti di protesta contro il governo, circa due mesi fa. «Martiri, riposate in pace», ha gridato la folla, « non lasceremo impuniti i vostri assassini». Il corteo si è svolto senza incidenti.

I manifestanti, partiti dall'Università, sono arrivati fino al cimitero, dove sono state seppellite le vittime dell'eccidio di venerdì scorso. Sempre di oggi è la notizia delle dimissioni dell'ambasciatore dello Yemen presso le Nazioni Unite, Abdullah Alsaidi, che segue quelle dei ministri per i diritti umani e il turismo, di alcuni dirigenti storici del partito del presidente, l'ambasciatore in Libano e il capo dell'agenzia nazionale di stampa.

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