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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2011 alle ore 15:05.

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Assolto Giovanni Petrali il tabaccaio che aveva ucciso un rapinatore a Milano nel 2003 (Fotogramma)Assolto Giovanni Petrali il tabaccaio che aveva ucciso un rapinatore a Milano nel 2003 (Fotogramma)

Il tabaccaio Giovanni Petrali, che nel maggio del 2003 uccise un rapinatore e ferì un suo complice, che avevano tentato di mettere a segno una rapina nella suo negozio, è stato assolto in appello dalla accusa di omicidio, perchè i giudici hanno ritenuto sussistente la legittima difesa.

In primo grado, nel febbraio del 2009, il tabaccaio era stato condannato a un anno e 8 mesi con la sospensione condizionale della pena per omicidio colposo e lesioni colpose, poiché i giudici avevano spiegato che l'anziano commerciante era ricorso in un «errore di percezione» perché «sconvolto» al momento della rapina.

Nella scorsa udienza il sostituto pg Piero De Petris aveva chiesto per il commerciante una condanna a 9 anni e mezzo di carcere per omicidio volontario e tentato omicidio, come aveva già fatto il pm in primo grado.

I difensori dell'uomo, gli avvocati Marco Martini e Marco Petrali (il figlio del commerciante), avevano chiesto l'assoluzione per lui invocando la legittima difesa: «Dovete cercare di porvi in quella situazione il tabaccaio è stato picchiato a sangue e la testa gli è stata sbattuta sullo stipite. Loro poi erano armati e il tabaccaio non ha potuto far altro che pensare che quella pistola avrebbe fatto fuoco».

Verrà restituita l'arma
I giudici della prima corte d'assise d'appello di Milano riconoscendo la legittima difesa, hanno anche disposto la restituzione della pistola, con cui l'uomo sparò, all'imputato.
L'arma, con la quale quel 17 maggio del 2003 Petrali sparò sette colpi, era stata sequestrata e i giudici di primo grado avevano stabilito che venisse confiscata. Gli avvocati del tabaccaio, invece, nei motivi d'appello avevano chiesto il dissequestro e la restituzione della pistola, che oggi i giudici hanno accolto. «Siamo contenti anche che il giudice ci ha voluto restituire la pistola - ha detto Antonio Petrali, figlio del tabaccaio - perché è un ricordo di guerra del nonno».

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