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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2011 alle ore 13:13.
Sono 191 i migranti libici arrivati la notte scorsa a Catania e condotti nel Palanitta, un impianto sportivo messo a disposizione dal Comune. Secondo quanto si è appreso, saranno trasferiti nel pomeriggio in Calabria, nel centro di accoglienza di Crotone. «È una novità di oggi, non certo positiva, che per la prima volta abbiamo avuto lo sbarco di 200 libici arrivati a Catania e non a Lampedusa, perché partiti dalla costa orientale della Libia»: a dirlo è stato il ministro dell'Interno Roberto Maroni durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri.
«Quello che sta avvenendo in Libia fa temere partenze in massa di immigrati clandestini: è un' emergenza nella emergenza», ha detto Maroni. La stragrande maggioranza degli immigrati clandestini arrivati sulle coste italiane dall'inizio dell'anno (14.918, ad oggi) - ha aggiunto Maroni - sono stati ospitati nei Centri di identificazione e accoglienza che ora «sono saturi». «L'intensità degli sbarchi - ha proseguito Maroni - sta creando forti disagi a Lampedusa».
Il titolare del Viminale ha annunciato una serie di interventi per far fronte alla situazione. Domani mattina, infatti, il ministro ha annunciato una riunione con i rappresentanti delle Regioni al Viminale poiché occorre «che ognuno si faccia carico dell'emergenza» per quanto riguarda l'accoglienza. Mercoledì prossimo, inoltre, Maroni ha annunciato che si recherà in Tunisia dove avrà un incontro con le autorità locali.
Maroni ha anche ammesso che esiste un rischio di terroristi o criminali «infiltrati» tra i libici in fuga esiste. «Abbiamo avuto segnalazioni da servizi europei su rischi di questo tipo e quindi l'attenzione è molto alta» perchè esiste «la possibilità che dalla Tunisia arrivi qualcuno legato al mondo della criminalità o, peggio, del terrorismo». Per questo motivo «i controlli sono stati elevati» e hanno «durata maggiore che in passato».
Napolitano: apprezzo Maroni, la sua linea è corretta
Nel pomeriggio a Varese, con al fianco il ministro dell'Interno Roberto Maroni, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, gli ha fatto un pubblico riconoscimento dichiarando di apprezzare e condividere la sua linea rispetto alla gestione dei flussi migratori che si stanno riversando sulle nostre coste in seguito alla crisi libica. «Dobbiamo concorrere insieme - ha detto - alla massima coesione sociale e politica anche a dinamiche complesse e problematiche come queste». In questa ottica, ha spiegato Napolitano, va affrontata la questione «dei flussi migratori, dell'accoglienza di chi arriva, della vigilanza rispetto a tutto quello che si può mescolare di torbido negli sbarchi verso le nostre coste».
«Ho apprezzato in questo frangente - ha aggiunto - l'impegno del ministro Maroni. Lavoriamo in piena sintonia, per quanto le mie responsabilità non sono quelle di governo. Nei giorni scorsi, in quanto presidente del Consiglio Supremo di Difesa, ho dato il mio doveroso contributo ad una linea di condotta che credo sia corretta, e sia la sola che possiamo tenere in questo momento».
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