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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2011 alle ore 13:56.

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I ministri Ue sulla Libia: nuove sanzioni contro la National oil companyI ministri Ue sulla Libia: nuove sanzioni contro la National oil company

Dopo le prime ondate di raid sulla Libia, ferve il lavoro sul fronte diplomatico. Nell'Unione europea crescono le pressioni, e l'Italia è su queste posizioni, perché sia la Nato ad assumere il comando dell'operazione Odissea all'alba. L'Alleanza atlantica è «pronta a sostenere» l'intervento armato in Libia «entro pochi giorni», ha assicurato il ministro degli Esteri francese Alain Juppé. E il premier britannico Cameron ha dichiarato che l''intenzione della coalizione è che il comando dell'operazione libica passi alla Nato. «Col tempo vogliamo che il comando e controllo dell'operazione passi alla Nato», ha detto il premier tory alla Camera dei Comuni. Secondo Cameron, una volta che la Nato assume il comando, la guida delll'operazione potrà andare a un americano, un francese o a un britannico.

I malumori della Lega Araba
Intanto i distinguo della Lega araba fanno temere un'incrinatura nel fronte anti-Gheddafi, Cina e Russia chiedono una riunione a porte chiuse del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Rappresentanti della Lega araba contattati al Cairo, pur ribadendo la loro posizione favorevole alla no-fly zone sulla Libia, hanno espresso preoccupazione per le modalità con cui la si sta attuando, «in particolare per quanto riguarda certi bombardamenti da parte dei francesi». È quanto hanno riferito fonti diplomatiche a Bruxelles, secondo cui alcune delle azioni degli alleati sono considerate dalla Lega araba come «eccessive, in particolare se dovesse risultare che hanno provocato vittime civili».

In precedenza il segretario generale, Amr Moussa, aveva nuovamente ricordato che che l'obiettivo dell'intervento militare è la protezione dei civili. «Abbiamo chiesto alle Nazioni Unite di imporre una No fly zone sulla Libia, rispettiamo la risoluzione del Consiglio di sicurezza su cui non c'è alcun disaccordo», ha sottolineato Moussa in una conferenza stampa congiunta al Cairo con il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon. La risoluzione «serve a proteggere i civili ed è ciò che ci preoccupa», ha aggiunto. «Continueremo a lavorare per proteggere i civili», ma per questo, ha avvertito Moussa, «esortiamo tutti a tenerne conto in qualsiasi azione militare».

Consiglio Onu a porte chiuse chiesto da Cina e Russia
Intanto il Consiglio di sicurezza dell'Onu si riunirà lunedì sera a porte chiuse per discutere dell'intervento armato in Libia. Secondo fonti diplomatiche, la riunione è stata reclamata dalla Cina, che presiede questo mese il Consiglio, sulla base di una lettera della Libia e una richiesta della Russia. Alla base delle discussioni le diverse polemiche sui raid diretti al regime di Gheddafi. Giovedì scorso il Consiglio aveva approvato una risoluzione che autorizzava la no fly zone e l'uso di «tutte le misure necessarie» per proteggere i civili. Nella lettera Gheddafi aveva detto che il Consiglio di sicurezza ha una responsabilità nel fermare quella che il rais ha chiamato un'aggressione contro il paese nordafricano. Critiche alla risoluzione dell'Onu erano poi arrivate dal primo ministro russo, Vladimir Putin che aveva definito il documento «ambiguo e carente». Sia Russia che Cina si erano astenute dal votare la risoluzione.

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