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Questo articolo è stato pubblicato il 22 marzo 2011 alle ore 17:34.

Una frase buttata lì, a tarda sera, durante la presentazione del candidato del Pdl, Michele Coppola, per la corsa alla poltrona di sindaco di Torino. Ma le poche battute pronunciate dal premier Silvio Berlusconi («sono addolorato per Gheddafi e mi dispiace. Quello che accade in Libia mi colpisce personalmente») continuano a far discutere la politica anche il giorno dopo. E richiamano alla memoria la speciale relazione tra il premier e quel Colonnello accolto trionfalmente in Italia appena qualche mese fa e che ora minaccia ritorsioni contro il nostro paese.
Bersani bacchetta il premier: indecorosa nostalgia
Logico dunque che quel moto di dolore del premier sia sembrato fuori luogo all'opposizione. Che da Bersani a Casini oggi non ha risparmiato critiche all'eccessivo trasporto del Cavaliere verso il vecchio amico e alleato. Così il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, parla di«indecorosa nostalgia che aggiunge una nota di confusione e discredito nella posizione del governo italiano e appare illeggibile agli occhi dell'Europa e del mondo». Perché certo le parole del premier mal si conciliano con la partecipazione dell'Italia alla coalizione dei volenterosi e con quella ricerca di protagonismo nella missione in Libia che va a sbattere contro l'attivismo francese e il deciso no dei cugini d'oltralpe al trasferimento del controllo delle operazioni sotto l'egida della Nato, come vorrebbe invece il nostro governo.
Casini: addolorati non per Gheddafi ma per i civili
L'esecutivo incassa così anche la reprimenda del numero uno dell'Udc. Pier Ferdinando Casini chiede perciò a Berlusconi di «venire in Parlamento a spiegare la posizione del paese» e sulla solidarietà umana del premier a Gheddafi è tranchant. «Anche noi - dice il leader centrista - siamo addolorati e non per Gheddafi ma per i tanti civili caduti a causa del tiranno». E anche l'ex sindaco di Roma e leader dell'Api, Francesco Rutelli, si lascia andare a qualche critica. «Il governo italiano ha iniziato baciando la mano a Gheddafi, ha proseguito bombardandolo e adesso, a quanto pare, si sta scusando per i bombardamenti».
L'imbarazzo della Lega: il Colonnello non può destare simpatia
Il dolore del premier per Gheddafi non smette quindi di far discutere e provoca qualche imbarazzo anche all'interno della maggioranza. Dove il sempre prudente capogruppo del Carroccio alla Camera, Marco Reguzzoni, non può fare a meno di osservare che «Gheddafi lo conosciamo bene da anni, purtroppo, e non può destare simpatia ma bisogna stare attenti agli effetti delle nostre decisioni». Insomma, suggerisce la Lega, più che solidarizzare con il destino del Colonnello occorre aprire bene gli occhi.
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