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Questo articolo è stato pubblicato il 23 marzo 2011 alle ore 13:33.
Via libera del Consiglio dei ministri al decreto anti-scalate per bloccare le mire dei francesi sulle aziende italiane. L'obiettivo dell'esecutivo - dopo l'acquisizione di Bulgari da parte di Lvmh, l'avanzata di Lactalis su Parmalat, le mire di Groupama sulla galassia Ligresti e di Edf su Edison - è quello di blindare le imprese che operano in settori strategici come l'energia, l'agroalimentare, la difesa e le telecomunicazioni.
Due mesi di tempo in più per convocare le assemblee
Il decreto messo a punto dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, concede due mesi di tempo in più al consiglio di amministrazione o al consiglio di sorveglianza delle società quotate per convocare le assemblee per l'approvazione del bilancio e per il rinnovo dei vertici. Il decreto amplia da 120 a 180 giorni dalla chiusura dell'esercizio 2010 il termine entro il quale l'assemblea deve essere convocata, dando facoltà al cda di spostare la data anche se lo statuto della società non lo preveda o la convocazione dell'assemblea sia stata già pubblicata. Qualora l'assemblea sia stata convocata anche per la nomina dei componenti degli organi societari le liste eventualmente già depositate presso l'emittente sono considerate valide anche in relazione alla nuova convocazione.
Il provvedimento potrà essere applicato nel caso Parmalat
Il provvedimento sarà dunque applicato al caso Parmalat: l'assemblea è attualmente prevista per il 14 aprile (in terza convocazione). Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha illustrato al Governo stamattina anche altre ipotesi di intervento normativo. L'esecutivo si riserva, infatti, di presentare nuove misure al decreto sotto forma di emendamenti durante l'iter in Parlamento, previa consultazione europea. «Il ministro dell'Economia e delle Finanze - si legge nel comunicato di palazzo Chigi - ha illustrato al Consiglio dei ministri altre ipotesi di intervento normativo che potranno tra l'altro prendere la forma di emendamenti al decreto legge di cui sopra, previa - se del caso - consultazione europea».
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