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Questo articolo è stato pubblicato il 24 marzo 2011 alle ore 15:37.

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la soubrette Samantha De Grenet (Lapresse)la soubrette Samantha De Grenet (Lapresse)

Cinque arresti, 11 perquisizioni, sequestri "sino alla concorrenza della somma di 170 milioni di euro" per una maxi-truffa ai danni di vip, imprenditori e aristocratici romani. L'indagine riguarda un presunto raggiro che avrebbe coinvolto diversi nomi della nobiltà e del mondo dello spettacolo da parte di società riconducibili alla Egp Italia: i clienti venivano convinti ad investire in obbligazioni emesse dalla lussemburghese Dharma Holdings.

Finora le Fiamme Gialle hanno provveduto a sequestrare 12 milioni di euro su un totale di 170. I provvedimenti di sequestro hanno interessato anche 26 società italiane ed estere; circa cinquanta sequestri riguardano conti correnti, immobili e veicoli. Le perquisizione di questa mattina sono state effettuate in uffici della capitale, tra cui la sede di Egp Italia in via Bocca di Leone, e nelle abitazioni degli indagati.

L'indagine era stata avviata dopo una serie di denunce di clienti della finanziaria, tra cui la principessa Claudia Ruspoli e l'attrice Sabina Guzzanti. Nella capitale la società vanta circa 700 clienti, tra cui il giornalista Paolo Guzzanti, il cantante Massimo Ranieri, la soubrette Samantha De Grenet, diversi membri della famiglia di costruttori Piperno.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti i clienti venivano convinti ad investire somme ingenti in obligazioni emesse dalla lussemburghese Dharma Holdings (la controllante di Egp) in cambio di rendimenti dal 5% al 12%, a seconda dei casi. Gli investimenti venivano rimborsati regolarmente solo ad alcuni dei clienti che, tramite il passarola, convincevano poi altri conoscenti ad investire.

Le indagini, tuttora in corso anche attraverso rogatorie all'estero, hanno permesso di individuare circa 700 investitori, i cui risparmi sono stati trasferiti all'estero attraverso una complessa rete societaria, posta anche in paesi off-shore, ed impiegati tra l'altro in fondi chiusi esteri, in particolare alle Bahamas. La rete di società coinvolte include una galassia di aziende tutte controllate da Dharma Holdings Sa Luxemburg: la European Investiments Management Ltd alle Bahamas, la lussemburghese Agharti Sa, la Financial Tradeware Plc nel Regno Unito, la svizzera Européenne de gestion privée Sa, la Agharti Sa di Roma, la francese Européenne de gestion privée, la succursale romana di Financial Tradeware Plc, le francesi Egp Fonds et Gestion Sa e Egp Courtage Sarl, la succursale romana di Egp.

L'attività di indagine, iniziata a fine 2009, ha consentito agli inquirenti di scoprire un'associazione per delinquere, di carattere transnazionale, finalizzata ai reati di abusivismo finanziario, al compimento di reati di truffa e di appropriazione indebita oltre che di ostacolo all'esercizio delle funzioni delle Autorità pubbliche di Vigilanza. Secondo gli inquirenti, i membri della presunta associazione hanno raccolto abusivamente risparmio presso il pubblico dai primi anni '90 fino all'agosto 2010 investendo poi i soldi in strumenti finanziari tramite società (tutte denominate Eim) del Regno Unito ed irlandesi, tutte abusive.
Gli arrestati si sarebbero inoltre appropriati del denaro di investitori ai quali si presentavano come soggetti legittimati ad agire sul mercato finanziario ed ai quali promettevano e comunicavano l'ottenimento di rendimenti estremamente alti.

Quando poi i truffati si presentavano a reclamare la restituzione di quanto dovuto, gli veniva comunicato che i loro soldi erano stati investiti in fondi chiusi alle Bahamas e che per riaverli indietro avrebbero dovuto aderire allo scudo fiscale. Secondo le Fiamme Gialle, proponendo indebitamente ai clienti l'adesione allo scudo fiscale, la presunta associazione a delinquere avrebbe trasferito oltre 600 posizioni abusive, per un totale superiore a 170 milioni di euro, alla Egp francese (società radiata a dicembre del 2010 dall'albo francese degli intermediari) e alla Egp Italia, società posta attualmente in liquidazione coatta amministrativa dal ministero dell'Economia per gravi irregolarità.

L'accusa di ostacolo all'attività di vigilanza si riferisce al fatto che l'associazione criminale ha fornito dati mendaci alla Consob, continuando ulteriormente la propria attività e proponendo ai clienti la sottoscrizione di obbligazioni emesse da società lussemburghesi, riconducibili agli stessi membri dell'organizzazione, non rimborsate alla scadenza o a richiesta dei clienti.

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