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Questo articolo è stato pubblicato il 26 marzo 2011 alle ore 08:12.

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L'Italia può crescere se sposa industrialmente la sostenibilità. Tutti gli indicatori economici ci dicono che in Occidente le crisi sono ancora in corso. Nella Ue qualche nazione va meglio (tipo Svezia e Germania), qualcuna va peggio (tipo Grecia e Portogallo), l'Italia stenta, come ha scritto anche Fabrizio Galimberti sul Sole 24 Ore del 24 marzo. Sono lontani i tempi in cui in questo Paese c'era una vera politica industriale in grado di dare un orizzonte economico alle imprese. Ora il punto è come impostare questa politica che è fondamentale ma che non può non essere legata a doppia mandata alla sostenibilità. Dunque non è solo come si cresce, ma che cosa vogliamo che cresca. Se per tornare a crescere l'idea è quella di spingere solo su edilizia, infrastrutture e nucleare, è chiaro che si vuole voltare le spalle alla sostenibilità. Nonostante premi Nobel e insospettabili economisti affermino che sia la cosa più sbagliata perché, usando una ormai stanca metafora, si rischia di segarci il ramo sul quale siamo tutti seduti. Il sistema produttivo italiano ha due facce: una sottoposta a una feroce concorrenza internazionale, e un'altra che, preoccupata della battuta di George Orwell - «il problema con la concorrenza è che qualcuno vince» - cerca di proteggersi da questo "problema" con connivenze interne ed esterne. Dunque che fare? Se dai vita a una politica industriale volta allo sviluppo delle energie rinnovabili devi essere in grado di fare leggi che tutelino le aziende serie e colpiscano gli speculari, invece in Italia prima si apre a tutti e poi si chiudono i rubinetti. Bisogna conoscere l'economia, ma riconoscerne anche i limiti che le dà la finitezza delle risorse ambientali.
Alessandro Farulli
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Campania al tappeto
Nei giorni scorsi a Napoli c'è stato l'ennesimo sciopero dei tram per mancanza di pagamento degli stipendi, e non è l'unica categoria che presenta tale problema. Dal momento che è difficile che tanti soldi arrivino dal cielo, si prospetta un futuro di precarietà dei servizi che ricadrà solo sui cittadini, che rispondono inviperendosi con il Governo. In realtà nella Regione Campana si è interrotto un flusso già da molto, da quando furono scoperti i tanti scandali dell'amministrazione, ai quali si sono aggiunti i dissesti economici purtroppo noti a tutti.
Lettera firmata
Sirene di Libia
Il vero obiettivo dell'Odissea all'alba non è proteggere i civili e quanto sta in superficie, ma salvaguardare il sottosuolo. Se la Bosnia fosse stata ricca di petrolio non avrebbe dovuto aspettare ben quattro anni prima che la Nato intervenisse ad interrompere una cruentissima guerra civile: per decidere l'intervento militare in Libia sono stati sufficienti quattro giorni. Ecco quali sono le sirene cui non si riesce a resistere.
Mauro Luglio
Monfalcone (Go)
Strasburgo e i fatti di Genova
La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha assolto lo Stato italiano dalla responsabilità della morte di Carlo Giuliani durante i noti tumulti di piazza del G8 di Genova. Con 13 voti a favore e 4 contrari la Corte ha argomentato «sono i manifestanti che hanno attaccato la jeep dove si trovava Mario Placanica i veri responsabili della morte di Carlo Giuliani e non le autorità italiane come invece sostengono i familiari del ragazzo». Spero che queste argomentazioni vengano lette ma soprattutto recepite anche da chi ritiene lesi i diritti di un manifestante se gli viene impedito d'infierire su un carabiniere ferito. Asserisco da tempo che l'articolo 2 della Convenzione europea sul diritto alla vita vale anche per le forze dell'ordine e non solo per i dimostranti; nel caso specifico, la Corte ha decretato che l'inchiesta condotta in Italia è stata equa, che Placanica ha agito per legittima difesa, che i risultati dell'inchiesta condotta dai giudici italiani sono sostanzialmente corretti, che lo Stato italiano non ha nascosto la verità ma anzi ha fatto il possibile per farla emergere. Finalmente anche a livello europeo un organismo ufficiale che non può certo essere accusato di partigianeria ha fatto chiarezza sul fatto che Genova è stata messa in ginocchio da gravissimi episodi di teppismo e di violenza, e che l'uso della forza da parte delle forze dell'ordine era ampiamente giustificato. Mi auguro che finalmente si volti pagina.
Norberto Ferretti
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Idea per rilanciare lo sviluppo: puntare sulla sostenibilità

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