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Questo articolo è stato pubblicato il 27 marzo 2011 alle ore 19:52.

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Migranti sbarcano nel porto di Lampedusa (Ansa)Migranti sbarcano nel porto di Lampedusa (Ansa)

La situazione a Lampedusa si fa sempre più insostenibile, per ogni ora che passa. Altri quattro barconi carichi di migranti sono arrivati da poco sull'isola mentre un quinto si sta avvicinando al porto. Complessivamente, a bordo ci sarebbero oltre 300 migranti che vanno a sommarsi ai circa 200 arrivati con tre barconi verso le 13 e ai 72 giunti sull'isola nelle prime ore della mattinata.

E si fa più critica anche la situazione a Manduria. Oltre cento profughi giunti stamattina a Taranto da Lampedusa con la nave militare San Marco e poi trasferiti alla tendopoli di Manduria hanno abbandonato la struttura allestita per accoglierli. Alla spicciolata i migranti - tutti uomini di nazionalità tunisina di età compresa fra i 18 e i 35 anni - a distanza di poche ore dal loro arrivo sono usciti dal campo e si sono incamminati a piedi lungo la strada provinciale che unisce Manduria, in provincia di Taranto, a Oria, in provincia di Brindisi. In molti vagano nelle campagne, altri si sarebbero introdotti in alcune proprietà private, altri ancora chiedono ai giornalisti e ai passanti indicazioni stradali.

Già stamattina, al loro sbarco, molti profughi avevano dichiarato di considerare l'Italia solo un posto di transito e che il loro obiettivo è raggiungere la Francia, dove in parecchi hanno familiari, o la Germania o il Belgio, dove sperano di trovare lavoro. Il problema della sicurezza della tendopoli, dove nei prossimi giorni è atteso l'arrivo di altri profughi, è stato riproposto con forza nel pomeriggio dal sindaco di Manduria, Paolo Tommasino, che domani incontrerà il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, a Manduria per un consiglio comunale specifico sul tema dell'immigrazione.

Le richieste di aiuto
In serata un gommone partito dalla Libia con 68 profughi tra i quali numerose donne e bambini si trova in questo momento a circa 60 miglia dalle coste nordafricane ed ha lanciato un sos. Un'altra richiesta di aiuto era stata lanciata nel pomeriggio da un barcone, partito sempre dalla Libia e con circa 300 persone a bordo, attraverso telefonate giunte ad alcuni familiari residenti in Italia. Anche questa imbarcazione si troverebbe ancora in acque di competenza libica.

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