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Questo articolo è stato pubblicato il 27 marzo 2011 alle ore 15:13.

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Il Papa in preghiera davanti alle Fosse Ardeatine (REUTERS/Osservatore Romano)Il Papa in preghiera davanti alle Fosse Ardeatine (REUTERS/Osservatore Romano)

«Dio mio grande Padre, noi ti preghiamo affinchè tu possa proteggere gli ebrei dalle barbare persecuzioni. 1 Pater noster, 10 Ave Maria, 1 Gloria Patri». In visita alle Fosse Ardeatine il Papa ha citato queste parole di un foglio di carta su cui un caduto cattolico aveva scritto la sua preghiera per gli ebrei. «In quel momento così tragico, così disumano, nel cuore di quella persona - ha osservato Ratzinger - c'era l'invocazione più alta: 'Dio mio grande Padre. Padre di tutti! Come sulle labbra di Gesù, morente sulla croce: 'Padre, nelle tue mani consegno il mio spiritò».

Secondo Benedetto XVI, «in quel nome, 'Padrè, c'è la garanzia sicura della speranza; la possibilità di un futuro diverso, libero dall'odio e dalla vendetta, un futuro di libertà e di fraternità, per Roma, l'Italia, l'Europa, il mondo».

«Sì - ha scandito il Papa - dovunque sia, in ogni continente, a qualunque popolo appartenga, l'uomo è figlio di quel Padre che è nei cieli, è fratello di tutti in umanità. Ma questo essere figlio e fratello non è scontato. Lo dimostrano purtroppo anche le Fosse Ardeatine. Bisogna volerlo, bisogna dire sì al bene e no al male. Bisogna credere nel Dio dell'amore e della vita, e rigettare ogni altra falsa immagine divina, che tradisce il suo santo Nome e tradisce di conseguenza l'uomo, fatto a sua immagine».

«Perciò - ha concluso Ratzinger - in questo luogo, doloroso memoriale del male più orrendo, la risposta più vera è quella di prendersi per mano, come fratelli, e dire: Padre nostro, noi crediamo in Te, e con la forza del tuo amore vogliamo camminare insieme, in pace, a Roma, in Italia, in Europa, nel mondo intero. Amen».

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