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Questo articolo è stato pubblicato il 28 marzo 2011 alle ore 07:57.

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Quando si dice la riconoscenza. Sul sito ufficiale del Comune di Tavullia c'è persino una sezione dedicata a Valentino Rossi, «nostro amato campione locale» e contribuente a sei zeri (anche se questo, in effetti, il sito non lo dice).

Il Comune di Tavullia è uno di quelli che tra il 2005 e il 2009 hanno registrato il maggior incremento dei redditi dichiarati, secondo i dati del dipartimento delle Finanze: da 16.100 a 24.500 euro all'anno per contribuente. Un bel salto in avanti (+52%) per una cittadina con poco più di 7.600 abitanti. Un vero e proprio colpo di acceleratore che si spiega con il ritorno a casa del "Dottore".

Come riferiscono dagli uffici comunali, all'inizio del 2008 il nove volte campione del mondo di motociclismo ha riportato la propria residenza a Tavullia, dopo la pace milionaria con il fisco, che lo accusava di aver trasferito il domicilio a Londra per non pagare le tasse in Italia.
Da allora, il club dei contribuenti oltre i 100mila euro a Tavullia si è arricchito di oltre 24 milioni di imponibile annuo. E a luglio dell'anno scorso il sindaco ha salutato sulla stampa il traguardo dei 300mila euro di maggior gettito di addizionale comunale. Perché quando vince Valentino, guadagna anche la sua città.

Se a Tavullia il reddito medio è cresciuto, altre città si sono mosse in direzione diametralmente opposta. Sono soprattutto piccoli centri, dove lo spostamento di uno o due "paperoni" è sufficiente a fare la differenza. Valga per tutti l'esempio di Molvena, provincia di Vicenza. Sede storica di aziende come Diesel e Dainese, è passato da 33mila euro pro capite del 2005 ai 21.300 del 2009: una diminuzione del 35% in quattro anni, dovuta soprattutto al calo dei redditi dichiarati dai contribuenti over 100mila euro, fascia in cui l'imponibile è crollato da 21,6 a 1,8 milioni.

Ma la lettura dell'elenco dei redditi, Comune per Comune, riserva anche altre sorprese. Come quelle di Pedesina (Sondrio) e Moncenisio (Torino): minuscoli centri di montagna, ormai quasi spopolati, che nel 2009 hanno segnato il record negativo di contribuenti tenuti a pagare l'Irpef, rispettivamente 18 e 19.

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