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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2011 alle ore 17:57.

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Il regolamento Agcom per la par condicio, norme distinte nei talk show rispetto alle tribune politicheIl regolamento Agcom per la par condicio, norme distinte nei talk show rispetto alle tribune politiche

Regole distinte per la par condicio nei talk show rispetto alle tribune politiche. È la strada indicata dall'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, che ha approvato il regolamento per le emittenti private in vista delle amministrative del 15 e 16 maggio. La soluzione, spiega l'Agcom in una nota, è legata alla pronuncia del Tar del 2010 che aveva ribadito «la distinzione tra programmi di informazione e comunicazione politica radiotelevisiva e la conseguente illegittimità dell'applicazione ai primi della disciplina sulla par condicio prevista per la comunicazione politica».

I regolamenti, precisa l'Agcom «sono stati varati dopo aver svolto le consultazioni previste dalla legge con la commissione parlamentare di Vigilanza in considerazione della necessità della loro pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale in tempo utile per entrare in vigore il prossimo 31 marzo, data di indizione dei comizi elettorali».

Intanto in commissione di vigilanza è scontro sugli emendamenti al regolamento per le amministrative presentati dalla maggioranza, che prevedono un'equiparazione tra le tribune politiche e i talk-show.
Il gruppo del Pd ha chiesto al presidente Sergio Zavoli di valutare l'inammissibilità di questi emendamenti in quanto contrari alla legge e alle sentenze della magistratura in materia. Alla richiesta si sono associati anche Idv e Udc. La maggioranza ha però espresso l'intenzione di andare avanti con gli emendamenti. «Vogliamo discutere senza mettere bandierine, ma quando il presidente dell'Agcom pone un problema di pluralismo in Rai, pone un problema serio», ha detto il capogruppo del Pdl in Vigilanza, Alessio Butti, a margine della seduta.

Questa sera prosegue la discussione generale, poi il presidente Zavoli interverrà come relatore del provvedimento e da domani dovrebbe aprirsi la discussione sugli emendamenti. Dopo la richiesta del comitato di redazione del Tg2 all'azienda per la nomina in tempi brevi di un nuovo direttore in sostituzione di Mario Orfeo, chiamato al Messaggero, ora interviene il Cdr di Gr Parlamento. L'assemblea dei giornalisti di Gr Parlamento, «ricordando la funzione istituzionale della testata, riconosciuta dalla legge e dal contratto di servizio - e pur apprezzando l'efficacia del lavoro svolto da quasi un anno dal direttore ad interim, Antonio Preziosi - sollecita il consiglio di amministrazione della Rai ad indicare una soluzione definita alla situazione della direzione di testata». «Un ulteriore ritardo nella definizione degli assetti della testata - precisa la nota del Cdr - costituirebbe un vulnus per l'informazione di servizio pubblico politico-parlamentare».

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