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Questo articolo è stato pubblicato il 30 marzo 2011 alle ore 06:37.

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Le mosse della politica su A2ALe mosse della politica su A2A

Ve lo immaginate Barack Obama che indica George W. Bush al vertice di General Motors per non farlo ricandidare alle prossime presidenziali? Una scelta che, se mai venisse presa, lascerebbe tutti perplessi. In Italia, però, le cose funzionano diversamente. E così è normale dibattere del fatto che a Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano, sia stata paventata la possibilità di un'ascesa al vertice di Edison in cambio di un passo indietro nella corsa a Palazzo Marino. Lasciando Letizia Moratti il candidato numero uno del centro-destra. L'ex primo cittadino, tra l'altro, non è nuovo a esperienze manageriali: nel 2006 si ritrovò presidente di Edipower, asset cruciale per Foro Buonaparte nella produzione di energia elettrica. Albertini rimase alla presidenza per un solo mandato, oltre la politica non riuscì a difenderlo. Così come nelle ultime ore non è riuscita a inserirlo, pur avendo aumentato il pressing sul vertice di A2A, che ha però respinto l'affondo, nel novero dei candidati all'ingresso nel consiglio di Edison, tre quelli che fanno capo all'ex municipalizzata direttamente più un indipendente. A favore di Albertini sarebbe sceso in campo addirittura Silvio Berlusconi, perorandone la causa presso il sindaco di Brescia, Adriano Paroli, che ha voce in capitolo sulla metà delle nomine che spettano ad A2A e che starebbe seriamente ragionando anche sul nome del leghista Bruno Caparini. Ancora una volta, insomma, l'ex municipalizzata, qualche anno fa "vittima" dello spoil system, dopo la staffetta Corsini-Paroli alla guida del Comune di Brescia, sembra non riuscire a sfuggire alla presa della politica.

Basti pensare che, per restare in tema di nomine, proprio a inizio gennaio si è consumato all'interno del gruppo un'altro passaggio di consegne dal sapore poco industriale: alla presidenza di Ecodeco, piccolo gioiellino creato dall'utility nel settore rifiuti, è arrivato, in anticipo rispetto alla naturale scadenza dei mandati, Giulio Gallera, capogruppo in consiglio comunale del Pdl, al posto di Zuccoli. Una nomina che ha richiesto più di qualche giorno di tormento, una consiglio di gestione travagliato e un voto con tre astenuti su otto.

Sono recenti, invece, le grandi manovre attorno all'Amsa, controllata di A2A, che ha l'intero board in scadenza. Sono in molti a tenere gli occhi puntati sulla poltrona del presidente Sergio Galimberti. E uno di questi è l'attuale assessore ai Lavori pubblici del Comune di Milano, Bruno Simini. Simini non si ricandiderà alle prossime amministrative e questo può valergli un posto al vertice di una delle partecipate del Comune, purché non sia controllata al 100%. Ecco perché l'Amsa potrebbe essere un approdo ideale.

Ma in casa A2A non sono solo le poltrone terreno di conquista politica: in Montenegro con Claudio Scajola, ad Acerra con Silvio Berlusconi e Guido Bertolaso, in Valcamonica per parlare di nucleare con Caparini, uno dei pochi a dare del tu a Umberto Bossi. Letta così sembrerebbe l'agenda di un politico della maggioranza, in realtà è il riassunto dei principali investimenti (effettuati e progettati) negli ultimi due anni dall'ex municipalizzata. Tolto il nucleare, sulla quale l'utility ha annunciato una sorta di pausa di riflessione, gli altri due investimenti a impronta governativa sono arrivati nel 2009: il termovalorizzatore di Acerra (sulla carta suggello alla fine dell'emergenza rifiuti annunciata dal premier Silvio Berlusconi) e l'acquisizione, per 430 milioni, del controllo della montenegrina Epcg, appartenente al pacchetto di investimenti da 5 miliardi firmato col Paese balcanico dall'allora ministro alle Attività produttive, Claudio Scajola. La redditività dei due progetti è ancora un'incognita ma intanto ogni anno l'ex municipalizzata deve continuare a garantire ricche cedole, a volte a discapito delle riserve, ai due soci di controllo: Comune di Milano e Comune di Brescia.

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