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Questo articolo è stato pubblicato il 30 marzo 2011 alle ore 11:39.

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TOKYO - Un uomo in tuta integrale anti-radiazioni sotto lo stemma dell'ambasciata italiana a Tokyo. Fa parte del team coordinato dalla Protezione civile (con specialisti di Vigili del Fuoco, Ispra e Inail) che sta effettuando un monitoraggio costante dei livelli radioattivi nell'area. Niente paura, sono solo prove tecniche. Proprio oggi è arrivato un messaggio rassicurante, nel corso dell'incontro delle autorità diplomatiche e degli esperti venuti dall'Italia con la comunità imprenditoriale italiana della capitale giapponese.

Il maggiore allarme appare passato: a Tokyo si può, anzi si deve tornare. Si può cominciare a guardare avanti, in quanto -anche se la situazione alla centrale di Fukushima resta instabile (un tasso di iodio radioattivo 3.355 volte oltre alla norma é stato rilevato nel mare a sud della centrale nucleare giapponese) - il problema principale riguarda la zona intorno alla centrale e i pericoli in città non sono da considerare di immediato rilievo.

Sia il coordinatore della missione Marco Leonardi sia l'esperta dell'Ispra Carmelina Salierno sia il medico specializzato Paolo Rossi hanno insistito nel fugare i residui dubbi di alcuni imprenditori sulla permanenza nella metropoli, riguardanti in particolare i bambini. Tutte le rilevazioni fatte autonomamente dagli italiani hanno confermato i valori indicati dalle autorità giapponesi, da ultimo quello effettuato ieri sul tetto della cancelleria (valori di 0,1 microSv/ora). Anche i test su due italiani tornati dalla provincia di Fukushima hanno dato esito negativo. L'Ambasciata italiana non seguirà l'esempio di quelle sedi diplomatiche che avevano distribuito a scopo precauzionale pillole per la iodio profilassi ai connazionali.

Del resto, varie ambasciate che si erano spostate a Osaka stanno riaprendo. Il problema per le imprese italiane, ormai, si chiama soprattutto calo dei consumi: i giapponesi, in questo momento, non sono dell'umore giusto per spendere ed evitano soprattutto gli acquisti costosi. E questo penalizzerà le esportazioni del made in Italy. Almeno, pero', lo yen resta su livelli alti, nonostante l'indebolimento di oggi fino a quota 117 sull'euro _ il minimo dal maggio dell'anno scorso _ che ha comunque contribuito a spingere a un forte rialzo (+2,6%) la Borsa. Un segnale di fiducia nella ripresa.

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