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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2011 alle ore 13:40.

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L'emergenza immigrazione esplode nel governo alla vigilia del consiglio dei ministri. Oggi si preannuncia tesa la riunione a palazzo Chigi, che dovrebbe discutere anche del decreto legge sul finanziamento della missione in Libia (182 milioni) e l'embargo all'export di armi verso Tripoli, oltre al possibile accordo con Tunisi sui rimpatri.

La giornata di ieri comincia con il viaggio trionfale a Lampedusa del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che annuncia: «Lampedusa libera in 48-60 ore». Ma termina con le dimissioni del sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, furibondo contro la decisione di raddoppiare o quasi le presenze di clandestini nel centro di Manduria: Mantovano si era impegnato per una presenza massima di 1.500 immigrati - ce ne sono già circa 800 - poi la decisione governativa di trasferire nel centro pugliese altri 1.400 tunisini provenienti da Lampedusa. E in serata arriva la notizia, non confermata però dalla Guardia costiera, della tragedia di un gommone di eritrei ed etiopi affondato al largo del canale di Sicilia: forse undici sono i morti, compreso un bambino.

Certo, il governo mette a segno la disponibilità di massima degli enti locali all'accoglienza dei possibili 50mila profughi. Tutte le regioni, eccetto l'Abruzzo, sono coinvolte, con tanto di posti - fino a un numero massimo - assegnati. Al nord, Valle d'Aosta (100 posti), Piemonte (3.800), Liguria (1.400), Lombardia (8.300), Trentino Alto-Adige (900), Fruli Venezia Giulia (1.000), Veneto (4.200). Al centro Italia, Emilia Romagna (3.700). Toscana (3.200), Marche (1.300), Lazio (4.800), Molise (300). Al sud, in Campania (5.000), Puglia (3.500), Basilicata (500), Calabria (1.700). Infine Sicilia (4.300) e Sardegna (1.400). Va detto, però, che sono numeri virtuali, anche perché destinati a rifugiati: ma i «richiedenti asilo» finora non sono neanche 2mila, a fronte di 22mila clandestini giunti dall'inizio dell'anno.

Cioè quelli che andranno nei «Cie (centri di identificazione ed espulsione, n.d.r.) temporanei», come li ha definiti il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. Osserva Mario Staderini (Radicali): «Per gestire i Cie temporanei, nuove carceri a cielo aperto, ci vuole tempo, denaro e soprattutto forze dell'ordine che tengano sotto controllo decine di migliaia di persone». Critici anche i sindacati di polizia: per Claudio Giardullo (Silp Cgil) «ci sono seri rischi di sicurezza pubblica» e Felice Romano (Siulp) sottolinea che «oggi la prima e inderogabile emergenza è quella umanitaria: dare accoglienza dignitosa agli immigrati». Sull'intesa con gli enti locali c'è da registrare la posizione critica dell'Anci, rappresentata ieri dal delegato all'immigrazione e sindaco di Padova Flavio Zanonato. «A palazzo Chigi con il Governo abbiamo soltanto fatto chiacchiere e propaganda. Si è parlato cioè di un'emergenza che non c'è: quella dei profughi. Di quella che invece c'è, ed è grave, vale a dire degli immigrati, non si è parlato affatto».

In realtà Maroni avrebbe detto nella riunione che le Regioni dovranno ospitare anche 2mila clandestini sbarcati negli ultimi giorni. Poi, al question time in parlamento il titolare del Viminale comunque assicura che «i tunisini saranno tutti rimpatriati». Durissimo il leader del Pd Bersani: ««Non è possibile - osserva - che Maroni dica in aula una cosa, e un altro ministro (Bossi, n.d.r.) dica "fora d'i ball". Non è possibile che a Bologna, a Lucca o a Prato, se c'è un amministratore che si offre per fare la sua parte, venga attaccato dai partiti che sostengono il governo. Se le cose stanno così - sostiene Bersani - se volete fare il "fora d'i ball" allora fatelo da soli».

Il leader della Lega, Umberto Bossi, apprezza gli annunci di Berlusconi: «Svuoterà Lampedusa mandandoli via» dice e chi gli chiede se le navi che hanno evacuato Lampedusa porteranno i clandestini in Tunisia, aggiunge: «Lo spero». Dagli Usa interviene anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «Quello degli sbarchi a Lampedusa - dice il capo dello Stato durante una intervista pubblica alla New York University - non è solo un problema italiano, perchè a Lampedusa non c'è solo la frontiera dell'Italia, ma anche quella dell'Europa». Pesano nella maggioranza anche le dimissioni di Mantovano: «Bisogna ascoltarlo, spero siano dimissioni simboliche» osserva il ministro della Difesa, Ignazio La Russa.
Prosegue intanto il botta e risposta con la Ue. Il ministro degli Affari esteri Franco Frattini parla di «Europa inerte». Da Bruxelles la replica: «All'Italia 80 milioni in 2 anni».

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