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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2011 alle ore 06:36.

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Un incontro cordiale servito però per confermare quanto trapelato nei giorni scorsi: Edf candiderà un manager francese per la poltrona da ad della Edison. Il viaggio di Umberto Quadrino, attuale ceo di Foro Buonaparte volato ieri a Parigi per un summit con il presidente del gruppo transalpino Henri Proglio, si sarebbe concluso con una stretta di mano che avrebbe sancito di fatto il divorzio tra i francesi e l'ad italiano che da sei anni ne rappresentava gli interessi alla guida di Edison. Da quanto si è appreso, Proglio non avrebbe offerto altri incarichi o poltrone a Quadrino ma si sarebbe limitato a una sorta di commiato durante il quale avrebbe spiegato le ragioni che hanno portato Edf al cambio di rotta.
Ragioni in parte legate alla necessità di presidiare con un uomo di strettissima fiducia il vertice di Foro Buonaparte ora che con i partner italiani va trovato un accordo per il riassetto e che il governo del paese si prepara a respingere l'eventuale offensiva transalpina, al punto da ipotizzare lo schieramento di Eni e Enel. Senza contare una certa insoddisfazione per il bilancio di Foro Buonaparte appena approvato.
Rispetto alla decisione francese, Quadrino ha semplicemente commentato: «In questo momento, nell'interesse di Edison, non ritengo opportuno alcun tipo di esternazione. A titolo del tutto informale, ho solo spiegato che sono sereno e nella vita queste cose capitano». Quanto al possibile intervento governativo, le trattative tra A2A e Edf sono ferme in attesa di capire come si muoverà il ministero dell'Economia e delle Finanze. Il presidente del cdg dell'utility, Giuliano Zuccoli, tuttavia ha commentato: «I francesi hanno il 50% di Edison. Trovo difficile che una legge possa cambiare questa situazione».
Il giro di poltrone
Con il commiato francese al manager italiano di fatto si è concluso quello che alla vigilia sembrava destinato ad essere un vero e proprio giro di poltrone in Foro Buonaparte. I soci italiani, in particolare A2A, sono riusciti a respingere le pressioni politiche che puntavano all'ingresso nel board di Edison di Gabriele Albertini, piuttosto che Bruno Caparini, con la qualifica di presidente in sostituzione di Zuccoli. Ieri, infatti, il consiglio dell'ex municipalizzata ha deliberato i candidati per il cda confermando le figure già presenti nel board, ossia Zuccoli, che resterà presidente, i due direttori generali, Renato Ravanelli e Paolo Rossetti, e Gregorio Gitti. Gli altri candidati saranno designati oggi prima dal consiglio di Delmi e quindi da Transalpina di Energia che predisporrà la lista completa dove figureranno anche i quattro candidati di Edf con Bruno Lescoeur in pole position per diventare il nuovo ad di Foro Buonaparte.
L'argine che A2A è riuscita a porre alle pressioni per i cambi al vertice di Edison non è stata invece in grado di ergerlo nelle altre controllate dove le nomine "politiche" hanno prevalso. Il board dell'ex municipalizzata ha dovuto indicare i candidati al consiglio Edipower, Amsa e Delmi. E così all'ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini, è stata offerta la poltrona da presidente di Edipower. Si tratta, con ogni probabilità, di un incarico transitorio considerato che, come confermato da Ravanelli, Edipower rientrerà nel piano di riassetto Edison. Albertini, che sostituirà Roberto Grassi, ora in quota Alpiq, è già stato numero uno del gruppo in passato, tra il 2006 e il 2008, e questo secondo passaggio potrebbe rappresentare il trampolino per approdare in definitiva al vertice di Foro Buonaparte. Se non dovesse accettare, la poltrona verrà proposta a Francesco Randazzo, già vice presidente di Aem Milano e molto vicino al ministro Ignazio La Russa.
Quanto a Delmi, il veicolo attraverso il quale i soci italiani spartiscono con i francesi il controllo di Transalpina di Energia, a sua volta detentrice del 61% di Edison, la presidenza verrà affidata a Franco Baiguera, vicino alla Lega Nord e in particolare al vicesindaco di Brescia, Fabio Rolfi. In Amsa, invece, dovrebbero approdare l'attuale assessore ai Trasporti del Comune di Milano, Bruno Simini con la carica di presidente, e l'assessore al Verde Pubblico, Maurizio Cadeo.
Meno cedole ai Comuni
Se sul fronte delle poltrone, A2A ha in parte dovuto piegare il capo, l'utility ha impresso invece una svolta nella politica di pay out. Questo sarà l'ultimo anno di cedole super ricche: a fronte di 308 milioni di utile (contro i 228 milioni del 2009 nonostante le svalutazioni legate a Edison per 130 milioni) verranno distribuiti ai soci 298 milioni, sotto forma di un dividendo ordinario di 0,06 euro ad azione e di un dividendo straordinario di 0,036 euro.
Con il bilancio 2011 il pay out scenderà al 60-70% dell'utile, in modo tale da utilizzare le risorse per lo sviluppo e la riduzione del debito che continua a essere una delle priorità. In ragione anche di ciò, A2A intende procedere sul fronte dismissioni e Zuccoli conta di ricavare dalla cessione di Metroweb e degli asset dell'acqua a Bergamo circa 100 milioni. Somma che dovrebbe contribuire a ridimensionare l'indebitamento finanziario netto che a fine dicembre si attestava a 3,893 miliardi (751 milioni in meno dell'anno precedente anche per effetto della cessione del 5,16% di Alpiq dalla quale la società ha ricavato una plusvalenza di 210 milioni). Per restare in tema di risultati il mol di A2A è stato di 1,040 miliardi (62 milioni il contributo della montenegrina Epcg), stabile sul 2009.
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