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Questo articolo è stato pubblicato il 31 marzo 2011 alle ore 06:39.

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Zavoli: inammissibile la norma blocca-talk showZavoli: inammissibile la norma blocca-talk show

Inammissibili. Sergio Zavoli boccia gli emendamenti di Pdl e Lega Nord che avrebbero equiparato i talk show informativi alle tribune politiche. Oggi si tenterà di trovare una mediazione per approvare in extremis il Regolamento Rai sulla par condicio che scatta da stanotte.

Il clima è pesante anche per la proposta che Mauro Masi intende presentare oggi al Cda: nominare Susanna Petruni alla direzione del Tg2 ed allargare le vicedirezioni del Tg1, assumendo da SkyTg24 Franco Ferraro, vicino alla Lega Nord.

L'Autorità per le comunicazioni, intanto, "ordina" a Tg1, Tg4 e a Studio Aperto un «riequilibrio immediato» tra il tempo dedicato alla maggioranza e quello dedicato all'opposizione, evitando la «sproporzione della presenza del governo». Il tutto in relazione all'imminente campagna elettorale. Il Consiglio dell'Agcom regolamenterà i "videomessaggi" al di fuori del periodo elettorale, ricordando che sino al voto del 15 maggio «sono vietati». Milena Gabanelli dovrà dare spazio in Report alla rettifica di Giulio Tremonti.

Il presidente della Vigilanza sottolinea come «una equiparazione esplicita, oltre che di fatto, tra comunicazione politica e programmi d'informazione determinerebbe effetti impropri sull'autonomia della Rai». L'azienda avrebbe «un carico eccessivo di impegni operativi, con una forte limitazione delle libertà di espressione e dell'autonomia dei giornalisti e la sottrazione - aggiunge Zavoli - di spazi a vantaggio di consultazioni elettorali che interessano poco più del 27% dell'elettorato».

Se oggi non si riuscirà ad approvare il regolamento - soprattutto se sarà chiesta la fiducia sul processo breve - la Rai dovrà comunque attuare la par condicio da domani: si baserà sui 15 regolamenti precedenti o sull'ultimo, quello del marzo 2010, sconfessato dal presidente della Vigilanza e dall'Autorità per le comunicazioni? «La dichiarazione di inammissibilità ci coglie di sorpresa - replica Alessio Butti, capogruppo Pdl in Vigilanza. Non abbiamo intenzione di fare ostruzionismo, ma non vorremmo che l'inammissibilità diventasse uno strumento abusato e che tutto ciò che fa la maggioranza non va mai bene». Per un riesame dell'inammissibilità ci vuole l'intervento dei presidenti delle Camere. Il centro-destra l'ha solo ventilato: sarebbe difficili metterli d'accordo.

Ha "spaccato" il Cda la proposta di nominare Susanna Petruni alla direzione del Tg2, lasciata libera da Mario Orfeo per andare a dirigere «Il Messaggero», e il nuovo «pacchetto» di vicedirettori del Tg1, con la promozione di Gennaro Sangiuliano a direttore vicario, la nomina di Filippo Gaudenzi e Fabio Massimo Rocchi a vicedirettori e l'assunzione di Franco Ferraro da SkyTg24 con la qualifica sempre di vicedirettore. Commenta il presidente Paolo Garimberti: «Non mi pare che la soluzione individuata vada nella direzione di una proposta condivisa, come quella che aveva portato alla scelta di Orfeo. Anzi mi sembra che anche le altre proposte siano destinate a spaccare il consiglio». Garimberti aggiunge di essere contrario «ad assunzioni di vicedirettori dall'esterno. In Rai vi sono molte professionalità in grado di ricoprire il ruolo di vicedirettore del Tg1».

Per Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten, consiglieri d'opposizione, «le proposte di Masi sono un atto di sfida alla volontà di gestione normale di un'azienda e un forte atto di rottura». I due consiglieri annunciano la presentazione di un esposto alla Corte dei Conti «per valutare se l'assegnazione di una vicedirezione esterna sia dovuta alla sua infungibilità».
Anche Rodolfo De Laurentiis (Udc) esprime dissenso rispetto alla «necessità di mettere insieme i pezzi della maggioranza (Ferraro-Lega, ndr), che ha portato a scelte esterne, non tenendo conto dei 1.700 giornalisti presenti in azienda».

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