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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2011 alle ore 08:13.

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CERNOBBIO. Dal nostro inviato
La Grecia vede la luce alla fine del tunnel: il Pil dovrebbe tornare positivo, nonostante la dura austerità, forse già nel terzo trimestre dell'anno. E Atene potrebbe tornare sul mercato per collocare bond a lunga scadenza entro fine anno, anche se non ne ha strettamente bisogno fino al 2012. A intravvedere un'uscita dalla fase più grave della crisi è il ministro delle Finanze, George Papaconstantinou, ospite al convegno The European House-Ambrosetti di Cernobbio dedicato allo scenario dei mercati finanziari. Il ministro esclude invece un'altra ricetta: la ristrutturazione del debito, considerata evitabile e più dannosa dell'austerity per l'economia.
Che cosa le fa credere che la Grecia sia oggi più vicina a emergere dalla crisi?
Abbiamo attraversato un 2010 davvero difficile, con un drastico consolidamento fiscale, e avviato riforme delle pensioni, del mercato del lavoro, delle professioni. Siamo impegnati in una maratona, non in uno sprint, e questi sono elementi che dovrebbero sostenere una crescita futura. È però importante per il paese che cominci ora ad affiorare un recupero dell'economia. E vedo segni incoraggianti: la recessione sta diventando meno profonda. Abbiamo avuto quattro mesi di crescita delle esportazioni tra il 25 e il 40 per cento. Nel 2011 mi aspetto ancora una contrazione del 3%, ma il Pil potrebbe tornare positivo dal terzo trimestre dell'anno.
Vede dunque un'economia greca capace di cavalcare le esportazioni?
Stiamo trasformando l'economia. Verso una crescita guidata dall'export, già in evidenza, e in futuro anche dagli investimenti. Oggi sono ancora negativi ma abbiamo deciso sgravi delle tasse sui profitti delle imprese, dal 24% al 20%, che dovrebbero incoraggiarli.
Cosa risponde a chi è meno ottimista. A chi invoca un'ordinata ristrutturazione del debito per evitare di infliggere, con l'austerity, troppi danni proprio alla crescita?
Che sarebbe ancora più dolorosa: scatenerebbe perdite per il sistema bancario, shock economici, contagio di altri Paesi. Per una marcia del Pil occorre anzitutto assicurare la presenza di elementi che la rendano sostenibile. Saper ottenere un surplus primario è possibile, l'abbiamo fatto. Saper crescere, in passato siamo riusciti ad avanzare a un passo doppio rispetto all'Europa. E ridurre il debito, obiettivo per cui ci stiamo adoperando.
Ma non teme nuove bufere sul debito sovrano in Europa?
Non credo che avremo nuovi effetti-domino. Credo, per esempio, che il Portogallo possa riuscire a evitare il ricorso a soccorsi europei. E ritengo che il mercato abbia un a percezione ancora troppo negativa della Grecia e così le società di rating, forse per compensare precedenti errori.
Quali considera i vostri passaggi cruciali per recuperare la fiducia del mercato?
Avremo due test ad aprile: il lancio della strategia fiscale 2012-2015, con l'intento di tagliare il deficit all'1% del Pil. E un programma di privatizzazioni e gestione di asset pubblici, che dovrebbe generare entrate fino a 15 miliardi di euro entro il 2013 e fino a 50 miliardi entro il 2015. Bisognerà metterli in pratica.
E quando metterete alla prova l'appetito del mercato per i bond di Atene?
Non abbiamo necessità di nuovi finanziamenti nel 2011. Ma intendiamo tornare sul mercato con titoli a lunga forse a fine anno, se le condizioni lo permetteranno, oppure nel 2012. Altrimenti sarà comunque possibile ricorrere alle facility europee.
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