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Questo articolo è stato pubblicato il 05 aprile 2011 alle ore 08:55.

La crisi economica colpisce duro in Egitto dove le riserve valutarie calano a vista d'occhio (sono arrivate a 30 miliardi di dollari, il punto più basso dal 2007, la lira cede terreno (-2,3% contro il dollaro da fine gennaio) e la crescita si dimezza (3,5% contro il 5,1% precedente). La crisi, ha detto la Banca centrale, ha afffondato anche la bilancia dei pagamenti che da surplus di 571,7 milioni dollari nel quarto trimestre del 2010 è passata ad un deficit di oltre 3 miliardi di dollari nel primo trimestre 2011.
Ma più che i freddi dati economici è l'ecatombe dei cavalli all'ombra delle piramidi a dare il senso della gravità della situazione. A febbraio è mancato all'appello un milione di turisti a causa dell'incertezza politica seguita alla rivolta del 25 gennaio scorso che ha portato l'11 febbraio alla caduta del presidente Hosni Mubarak.
A fare le spese di questa crisi sono anche i cavalli arabi che venivano noleggiati per un giro turistico intorno alle famose piramidi di Giza, pochi chilometri dal Cairo. I proprietari di questi cavalli sono costretti a uccidere i loro animali nell'indifferenza generale perché non hanno i soldi per nutrire i propri quadrupedi, che muoiono di fame uno dietro l'altro. E una vera e propria strage all'aperto a cui si unisce un motivo politico. Siccome molti di questi uomini a cavallo parteciparono agli attacchi organizzati da Gamal, figlio di Hosni Mubarak, nell'ultimo disperato tentativo lanciato dal regime morente contro i dimostranti a piazza Tahrir, nei primi giorni della rivoluzione, gli egiziani nutrono un certo rancore nei loro confronti.
A farne le spese sono i poveri animali, brutalizzati, maltrattati e dimagriti a tal punto da non essere nemmeno riconoscibili; hanno esalato l'ultimo respiro trascinandosi per strade polverose per poi decomporsi al sole, una carneficina equestre a cielo aperto, in mezzo alla spazzatura, in quello che era un tempo un campo di calcio.
A Nazlet el-Saman, l'Esma (la società egiziana contro il maltrattamento degli animali) ha rinvenuto una cinquantina di carcasse di cavalli: «Dei circa 3.000 cavalli delle piramidi, almeno 500 necessitano di nutrimento immediato se vogliamo evitare che muoiano nel giro di pochi giorni», spiega Susie Nassar, membro dell'organizzazione. Ma l'invio di autocarri carichi di cereali in quelle zone si traduce, il più delle volte, in un assalto da parte dei locali per appropriarsi del carico.
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