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Questo articolo è stato pubblicato il 04 aprile 2011 alle ore 20:43.

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Un tariffario per fuggire da Manduria. «Venti euro per essere accompagnati ad Oria, 200 euro per raggiungere Bari e 800 euro per arrivare al nord Italia». Nino De Feudis, segretario regionale dell'Italia dei Valori, lo ha saputo dagli immigrati tunisini incontrati questo pomeriggio nel campo di Manduria e lo ha detto chiaro. «Questo mercato nero che si è venuto a creare ci sembra inquietante e allarmante, bisogna fermare quanto prima questo commercio di vite umane».

Per questo, al termine della conferenza stampa tenuta nella sala consiliare del comune di Manduria, l'Idv ha chiesto, senza mezzi termini, «l'immediato smantellamento della tendopoli, il permesso di soggiorno provvisorio per gli immigrati e il ritiro delle dimissioni del sindaco, perchè possa gestire al meglio questa incredibile emergenza». La tendopoli – hanno detto il segretario pugliese IdV, Nino De Feudis, ed il parlamentare Pierfelice Zazzera - si deve chiudere perchè illegale, «perché non è né un C.a.r.a. né un C.i.e. e allo stesso tempo chiediamo allo Stato di provvedere, in sinergia con la Regione Puglia e tutti gli enti territoriali, a garantire forme umane e di accoglienza per gli immigrati ‘rinchiusi' nella tendopoli e di rilasciargli quanto prima un permesso di soggiorno provvisorio». Intanto la tensione non cala.

Circa 70 immigrati hanno cominciato uno sciopero della fame all'ora di pranzo dopo che altri, questa mattina, non avevano voluto fare colazione. I 70 appartengono al gruppo dei 150 immigrati che hanno protestato dormendo, questa notte, di fronte all'ingresso della tendopoli. Analogamente, all'interno del campo, anche se non è noto il numero di coloro che vi hanno aderito. In più l'arrivo, previsto per domani, di altri 1040 immigrati provenienti da Lampedusa. Per questo il sindaco dimissionario, Paolo Tommasino, ha denunciato, sempre questo pomeriggio, «la mancanza di controllo e collaborazione perchè le autorità non lo informano di quel che sta accadendo. Noi vogliamo assumerci le nostre responsabilità – ha detto. Capiamo le esigenze del governo, comprendiamo l'esigenza umanitaria, ma continuo a non sapere nulla ad esempio di questi arrivi».

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