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Questo articolo è stato pubblicato il 06 aprile 2011 alle ore 17:59.
Via libera dalla commissione Giustizia del Senato all'emendamento presentato dal capogruppo del Pdl Franco Mugnai al ddl sul giudizio abbreviato (guarda l'agenda dei lavori parlamentari). Secondo quanto dispone la norma, verrebbe eliminato il filtro per chiamare testimoni già sentiti "in analogo procedimento" a difesa. In sostanza, il giudice non avrebbe più facoltà di impedire le testimonianze in un processo già acquisite in altri processi per lo stesso reato a carico di imputati diversi ma collegati e passati in giudicato.
Li Gotti (Idv): così si scardina il processo Mills
È proprio questa sfumatura a far gridare l'opposizione allo scandalo, perché, secondo alcuni senatori di minoranza, la norma è tagliata su misura sul processo Mills. Se la difesa infatti presentasse tutti i testimoni già sentiti nel primo stralcio anche per la parte di processo che riguarda Silvio Berlusconi, significherebbe che il procedimento a carico del premier verrebbe allungato fino a raggiungere la prescrizione. «Questa misura - sostiene Luigi Li Gotti (Idv) - potrebbe avere gravi effetti sul processo Mills visto che la sentenza già passata in giudicato non avrebbe più valore nel procedimento contro Berlusconi».
Ieri l'allarme dei dipietristi
Ieri proprio Li Gotti aveva spiegato i contenuti della proposta di modifica presentata da Mugnai. «Nell'emendamento del Pdl si prevede che il giudice non possa mai considerare superflua una prova. Pertanto la difesa potrebbe anche chiedere che vengano ascoltati migliaia di testimoni facendo così decorrere i tempi della prescrizione del processo». Nello stesso emendamento si interviene «a gamba tesa» sul processo Mills, secondo Li Gotti, «perché non potrà più essere rispettato l'art.238-bis del Codice di procedura penale secondo il quale una sentenza di condanna definitiva può diventare direttamente prova in un altro procedimento».
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