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Questo articolo è stato pubblicato il 07 aprile 2011 alle ore 18:11.

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Ogni due ore sulle strade italiane muore una persona: la violazione delle regole è la prima causa delle tragedie stradali, occorrono pertanto condanne più rigorose e l'introduzione del reato di violenza stradale. Questo è il messaggio lanciato oggi a Roma dal presidente della Fondazione Ania, Sandro Salvati, nel corso del convegno "Gli italiani e la "cultura delle regole"'.

Nel solo 2009, ha ricordato Salvati, a causa degli incidenti stradali ci sono stati 4.237 morti, 1.200 dei quali sotto i 30 anni, un milione di feriti e 20mila paraplegici. Statisticamente l'80% dei sinistri è dovuto a errati comportamenti umani e soprattutto a un mancato rispetto delle regole al volante. Grazie alle recenti modifiche al codice della strada, l'apparato normativo prevede sanzioni pesanti per chi causa incidenti commettendo infrazioni gravi. «I controlli, però, non sono ancora sufficienti e, soprattutto, manca la certezza della pena. Si tratta di una situazione insostenibile che non possiamo più tollerare. E' tempo che si arrivi alla modifica del Codice Penale introducendo una fattispecie normativa che regoli il reato stradale, soprattutto quando si causano morti o feriti gravi».

Il 70% degli automobilisti dichiara di infrangere le regole
Un sondaggio commissionato all'Ispo ha evidenziato che il 91% degli italiani condanna la violazione delle principali regole di convivenza civile, comprese quelle stradali. Ai primi posti figurano le truffe verso il prossimo e lo Stato. Le violazioni al codice della strada sono solo al quinto posto (91,3% degli intervistati). Nonostante gli italiani condannino la violazione delle regole, il 58% ritiene che quando si è al volante non venga rispettato il codice della strada. La violazione delle norme è di fatto molto diffusa, oltre il 70% degli automobilisti dichiara di infrangere le regole, pur essendo consapevole (lo ha dichiarato oltre l'80% degli intervistati) dei rischi e delle conseguenze sociali ed economiche degli incidenti stradali.

«È deprimente - ha aggiunto - constatare che nella considerazione degli italiani il rispetto delle regole della strada arrivi solo al quinto posto. Dobbiamo ricordarci che quando siamo al volante ci sono delle regole che vanno rispettate. Condotte di guida scorrette e sconsiderate causano alcuni tra i più gravi delitti stradali. E' giusto che, in taluni casi, si configuri l'ipotesi di dolo eventuale, per la gravità sociale, umana ed etica degli incidenti stradali e su questo stiamo lavorando con il presidente della commissione Trasporti alla Camera, Mario Valducci.

All'estero rspettiamo di più le regole. Le donne più attente degli uomini
Il sondaggio Ispo mostra poi che le infrazioni considerate più gravi sono quelle che possono recare danno agli altri, in particolare guidare in stato psico-fisico alterato (76%), passare con il semaforo rosso (60%) e superare i limiti di velocità (52%). Paradossalmente, il 74% degli italiani dichiara di rispettare con più attenzione le regole della strada quando si trova all'estero. Questo comportamento è ancor più accentuato tra i giovanissimi dai 18 ai 24 anni (77,2%) e per gli intervistati compresi tra i 45 e i 54 anni (78%). A livello complessivo, le donne condannano le infrazioni al codice della strada in maniera più netta rispetto agli uomini: mentre tra questi ultimi la percentuale si ferma all'88%, sono il 95% le donne che non accettano la mancanza di rispetto delle regole al volante. Il Sud ha la percentuale più alta, come ripartizione geografica, tra quanti ammettono di fare più attenzione alle regole della strada quando si trovano in altri Paesi: il 76,6% contro il 70% del Centro e il 73% del Nord.

L'infrazione del codice stradale, infine, viene spiegata in modo simile da automobilisti e non. In primo luogo c'è una sottovalutazione del rischio (91%), seguita dalla tendenza a considerare i controlli scarsi ed inefficaci (72%) e dalla percezione che le sanzioni previste non sono così pesanti da far paura e, soprattutto, non vengono applicate (70%). Oltre un terzo degli italiani (35% del campione) ritiene infine che le violazioni siano dovute anche alla scarsa chiarezza del codice della strada.

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