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Questo articolo è stato pubblicato il 09 aprile 2011 alle ore 08:12.

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Si riduce l'utilizzo di oro, a vantaggio di metalli meno preziosi come argento e perfino ottone. Aumenta il contenuto di creatività dei gioielli. I distretti industriali di Arezzo, Vicenza e Valenza Po (Alessandria), provano a superare l'ostacolo di un prezzo della materia prima in continua ascesa, che rischia di frenare la ripresa del mercato.
La forte crescita dell'export registrata nel 2010 (+27,5% in valore) è legata in larga misura proprio ai rincari del prezzo dell'oro: la produzione, purtroppo, resta circa 20 punti percentuali al di sotto dei livelli del 2007. «Il distretto sta in parte cambiando pelle - racconta Lorenzo Di Donato, presidente della sezione orafa di Confindustria Arezzo -. Le aziende puntano su gioielli sempre più belli e innovativi, pur utilizzando meno oro». Una tendenza inevitabile, come conferma Giuseppe Corrado, presidente della sezione orafa degli industriali di Vicenza: «Un anno e mezzo fa, l'oro costava 20-25 euro per grammo, e già per il ceto medio i prezzi finali erano impraticabili - dice - oggi siamo a 33 euro per grammo».
Giovanni Raspini, titolare di un'impresa aretina specializzata nei braccialetti d'argento, con 50 dipendenti e 11 milioni di ricavi nel 2010 (+10%), quest'anno lancerà gioielli in bronzo bianco: «Non è più il valore intrinseco che conta, ma il design, la componente creativa e anche la varietà dei materiali - sottolinea - e questa tendenza è destinata a rafforzarsi in tutto il mondo».
La 32esima fiera OroArezzo, in programma da oggi al 12 aprile nella città toscana, è il primo banco di prova del settore nel 2011. «Abbiamo buone aspettative - dice Raul Barbieri, direttore del polo fieristico - i segnali che arrivano dai grandi buyer, soprattutto internazionali, sono incoraggianti». Con 483 espositori (40 in più dell'ultima edizione), OroArezzo prevede almeno 11mila visitatori e un massiccio ritorno dei compratori americani.
Ma che attese hanno gli operatori rispetto al prezzo dell'oro? «Nel breve periodo le aspettative legate al rischio inflazione, i timori di una deflazione indotta dal ritorno della recessione, nonché la crisi mediorientale, possono dare un ulteriore forte impulso alle quotazioni dell'oro, che potrebbe toccare i 1.700 dollari l'oncia», dicono gli esperti di BancaEtruria, istituto di riferimento del distretto aretino (280 milioni di crediti erogati al settore nel 2010) e leader nazionale nella vendita di oro (50 tonnellate l'anno scorso).
«È una lotta continua sui margini - commenta Enrico Franzina, direttore finanziario della vicentina Chimento, 34 milioni di fatturato e 160 dipendenti - che risentono di queste volatilità; però abbiamo messo in campo azioni continue di copertura, definendo un prezzo medio». In pista anche manovre di più ampio respiro: «L'incremento dei prezzi dell'oro - dice Sergio Cielo, presidente del gruppo Cielo Venezia 1270, 57 milioni di fatturato - ha determinato un calo di vendite sulla fascia media: stiamo cercando di puntare su leghe più leggere, che contengano meno oro fino».
Le Pmi devono fare i conti con margini sempre più risicati. «Pur di lavorare - spiega Arduino Zappaterra, presidente degli orafi di Cna Vicenza- cerchiamo soluzioni di compromesso con i clienti, ma la situazione resta difficile. Molte imprese si stanno orientando sull'argento, anche se mi pare che ci si siano buttati in troppi…». Chi può (per dimensione e mezzi disponibili) imbocca la strada del marchio. Ma non è un percorso scontato. La Unoaerre di Arezzo ci aveva provato negli anni scorsi, ma ha fallito e il nuovo proprietario e amministratore, Sergio Squarcialupi, torna a puntare sui prodotti di base.
Corrado, sulla scia di quanto fatto dalla sua azienda, la Imo di Vicenza, che negli ultimi 3-4 anni ha rivoluzionato il modello di business, individua un'altra exit strategy: «Le pmi dovranno trasformarsi in terzisti di lusso, capaci di offrire alta qualità sul design e tecnologia: è una strada che una pattuglia di aziende ha già intrapreso», dice. «Non dimentichiamo le aggregazioni e le reti: io ci sto provando, anche se non è facile», rilancia Zappaterra. «Innovazione e creatività sono le uniche armi del distretto - dice Giovanni Inghirami, presidente degli industriali aretini - i dati incoraggianti degli ultimi mesi ci fanno ben sperare». Nonostante il prezzo dell'oro.
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