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Questo articolo è stato pubblicato il 09 aprile 2011 alle ore 08:12.

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L'euro vola a 1,4428 contro il dollaro (1,4302 la quota segnata giovedì), dopo aver toccato il top degli ultimi 15 mesi a 1,4443.
Un exploit occasionale determinato dalla tensioni di guerra nel Nord Africa, il Giappone colpito dallo tsunami e le tensioni politiche del budget americano? No, non proprio poiché il momento di forza della moneta unica è destinato a durare per qualche tempo.
Il mercato valutario, divenuto negli anni molto speculativo, crede che il rialzo dei tassi deciso giovedì dalla Bce sia solo il primo di una serie, sebbene Jean-Claude Trichet l'abbia smentito.
La scelta dei banchieri centrali europei di alzare i tassi di interesse di 25 punti base portandoli all'1,25% (il primo rialzo da luglio 2008, quando dopo pochi mesi dovettero fare marcia indietro precipitosa per il fallimento della Lehamn Brother), ha anticipato, per la prima volta in 40 anni, la Federal Reserve.
La Bce, come è stato notato nella conferenza stampa a Francoforte, è forse diventata leader tra le banche centrali? D'obbligo la smentita di Trichet, ma bastava vedere il sorriso sornione del presidente per capire quanto la domanda gli fosse giunta gradita.
Una mossa troppo anticipata? Forse, ma Trichet deve rispondere alla medie delle aspettive all'interno dei 17 paesi di Eurolandia nel cui interno ce ne sono sei a tripla A, cioè con i voti migliori di rating. Questo nucleo forte, oggi chiede alla Bce di contrastare l'inflazione e di essere severi con i tre "bocciati" dai mercati, cioè Irlanda, Grecia e Portogallo.
Una politica monetaria più accomodante aiuterebbe i periferici, ma questi secondo i calcoli della società Schroders rappresentano solo il 12% del Pil Ue e il 7% (in termini di capitalizzazioni) del mercato azionario. Troppo poco.
E l'export? Non verrà penalizzato dall'aumento dell'euro? Sì, certo ma i dati parlano di un'Europa a due velocità. In Germania si assiste a una netta ripresa delle esportazioni: a febbraio l'indice ha segnato un balzo del 2,7% con un attivo di 11,4 miliardi. In forte crescita anche le importazioni - riferisce Bloomberg - con un rialzo mensile del 3,7% dopo il +2,3% di gennaio. Su base annua, l'export è aumentato del 21%. Ecco perché Trichet ha stretto: perché ha dovuto tenere conto di diverse esigenze, in una classe di 17 alunni, sei a pieni voti, tre bocciati e il resto che si colloca tra questi due estremi.
Coì l'euro ha toccato ieri, oltre ai nuovi massimi degli ultimi 15 mesi sul dollaro, degli ultimi 11 sullo yen (123,08) e da metà febbraio nei confronti del franco svizzero (1,3188). E ora punta a 1,50, quota che potrebbe essere raggiunta prima dell'estate.
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