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Questo articolo è stato pubblicato il 11 aprile 2011 alle ore 15:21.

Crescono le proteste contro il nucleare. I cittadini di Kagoshima si oppongono a un nuovo reattoreCrescono le proteste contro il nucleare. I cittadini di Kagoshima si oppongono a un nuovo reattore

SENDAI (Kagoshima) – In contemporanea con le due grandi manifestazioni di protesta a Tokyo di domenica, è arrivato dal Sud del Paese il primo segnale di ripensamento dei programmi di espansione nell'energia nucleare, che riguarda l'impianto di Sendai. Non è la Sendai capoluogo della provincia di Miyagi, la più colpita dallo tsunami: scritta con ideogrammi diversi, Sendai è una cittadina del Giappone più meridionale - nell'isola del Kyushu – il cui territorio confina con Kagoshima, il capoluogo di provincia gemellato con Napoli anche grazie al vulcano attivo (simile al Vesuvio) che ne domina il panorama.

Vicino al mare e al porto di Sendai c'è una centrale nucleare della Kyush Electric Power con due reattori in funzione: sulla strada c'è anche un grande cartellone che con lo stile dei manga intende introdurre in modo simpatico al mondo dell'energia nucleare, che un museo didattico sul posto cerca di inculcare alle vecchie e nuove generazioni. Nel novembre scorso il governatore della provincia ha dato il suo nulla osta alla costruzione di un terzo reattore presso la stessa centrale. In seguito alla crisi nucleare attuale, buona parte dell'opinione pubblica regionale si è schierata contro: due reattori bastano e avanzano.

Di questo stato d' animo si è fatto interprete il sindaco di Kagoshima, Hyroyuki Mori, che ha chiesto ufficialmente alla Kyushu Electric Power un ripensamento: prima andranno studiate e verificate nuove e più severe misure di sicurezza, poi si vedrà. Una posizione che chiede in sostanza di prendere tempo e che mette il sindaco in rotta di collisione con il governatore (per il quale, più o meno, la politica energetica è un affare nazionale, cui le realtà locali si devono adeguare). Domenica a Tokyo, invece, una delle manifestazioni è stata tutta incentrata sulla richiesta di chiusura della centrale di Hamaoka, più vicina alla capitale di quella di Fukushima e potenzialmente ancora più pericolosa, in quanto è localizzata in una zona che i sismologi ritengono già miracolata: un terremoto catastrofico è già in ritardo di parecchi decenni...

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