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Questo articolo è stato pubblicato il 12 aprile 2011 alle ore 09:31.

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Arrestato Gbagbo «l'irriducibile» (AP Photo/Aristide Bodegla)Arrestato Gbagbo «l'irriducibile» (AP Photo/Aristide Bodegla)

Laurent Gbagbo è stato arrestato. Appena prima che i violenti scontri tra le due diverse fazioni, i ribelli musulmani fedeli al presidente Alassane Ouattara e i sostenitori di Gbagbo, rischiassero di degenerare in una cruenta guerra capace di estendersi agli Stati vicini. A mettere la parola fine alle ambizioni del professore di storia, partito come un riformatore illuminato e poi divenuto un presidente tanto attaccato al potere da disconoscere la netta affermazione elettorale del rivale, sono stati gli uomini di Ouattara assistiti dalle forze speciali francesi e da quelle delle Nazioni Unite.

In principio Parigi ha attribuito l'arresto alle forze di Ouattara, l'ex premier musulmano che ha vinto le presidenziali di fine novembre con il 54,1% dei consensi, un risultato riconosciuto dalla comunità internazionale. Poco dopo l'ambasciatore francese in Costa d'Avorio ha confermato l'intervento delle forze speciali, indispensabili per avere la meglio sulle milizie di Gbagbo.

L'ex presidente è ora confinato insieme alla moglie nel Gulf Hotel. Solo quattro mesi fa il lussuoso albergo di Abidjan,quartiere generale di Ouattara, era assediato dalle forze di Gbagbo e difeso da due blindati dell'Onu. Tra le sue mura i ministri di Ouattara vivevano come reclusi in attesa che la situazione si sbloccasse. Cosa avvenuta ieri, dopo che le forze di Gbagbo sembravano sul punto di riprendere l'iniziativa. La comunità internazionale, guidata dalla Francia, da tempo guardava con preoccupazione al protrarsi delle violenze, costate la morte a oltre mille persone. Domenica elicotteri della missione Onu e di quella francese Liocorno hanno sparato razzi contro il palazzo di Gbagbo per neutralizzare le armi pesanti.

Si chiude così la parabola di Gbagbo, cristiano, 65 anni, partito come un riformatore e poi rivelatosi un dittatore oggi accusato di crimini contro l'umanità. Tra il 1971 e il 1973 era stato arrestato con l'accusa di «insegnamento sovversivo». Era l'era di Felix Houphouet-Boigny, il presidente che ha governato la Costa d'Avorio per 33 anni. Anche lui in principio noto per essere un moderato, vicino all'Occidente, ebbe il merito di trasformare il Paese in un'oasi di pace e prosperità in una regione dilaniata dalla guerra. Professore di storia, Gbagbo aveva giocato un ruolo decisivo, tra gli anni 80 e 90, nella battaglia per un sistema multipartitico. Aveva combattuto con ostinazione contro la deriva antidemocratica degli ultimi anni di Houphouet-Boigny.

Venne arrestato ancora, nel 1992, nel periodo in cui Ouattara era premier. Poi la svolta. Nel 2000, durante le elezioni convocate a seguito del golpe militare che ha rovesciato il successore di Boigny, Henri Koinan Bediè, Gbagbo fu eletto presidente. Ma con un risultato contestato, che ha di fatto dato il via all'attuale stagione di instabilità. Il primo tentativo di destituirlo, con un colpo di Stato nel 2002, fallì, lasciando il Paese spaccato in due tra nord musulmano e sud cristiano. Da allora il Paese ha vissuto un decennio di instabilità in cui Gbagbo ha cercato di sbarazzarsi dei dissidenti, rinviando sei volte il voto che si sarebbe dovuto tenere nel 2005. Fino allo scorso autunno. Risultato che Gbagbo non ha riconosciuto. Ricorrendo a schiere di mercenari, ha cercato di neutralizzare il rivale. Invano. Ora Ouattara dovrà cercare di ricostruire un Paese dilaniato da dieci anni di guerriglia.

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