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Questo articolo è stato pubblicato il 14 aprile 2011 alle ore 08:17.
ROMA. Il «processo breve» è morto, W la «prescrizione breve». Nei 6 articoli del provvedimento votato ieri dalla Camera, non c'è più traccia della ghigliottina per i processi "lumaca", bandiera impugnata dalla maggioranza con il testo approvato dal Senato più di un anno fa. In compenso c'è un ulteriore taglio della prescrizione, ma solo per gli imputati incensurati. I quali, stando ai dati forniti dal ministro Alfano, sono il 55% dei condannati in primo grado, quindi più dei recidivi. E tuttavia, la nuova legge li premia (perché sono «buoni», mentre i recidivi sono «cattivi») con uno sconto del termine massimo della prescrizione. Un premio per chi in futuro commetterà un qualsiasi reato, ma anche per chi lo ha già commesso ed è imputato in un processo in corso non ancora giunto alla sentenza di primo grado. Decisamente più fortunato (e più «buono») di chi (pur sempre incensurato) al momento dell'entrata in vigore della legge avrà appena varcato la soglia dell'appello, non importa se con alle spalle una condanna o un'assoluzione. Per costoro niente sconto.
La «prescrizione breve» per gli incensurati è diventato il cuore del provvedimento approvato dalla Camera. Dei 10 articoli del testo del Senato ne sono rimasti 6, di cui uno nuovo di zecca - il 3 - che riduce da 1/4 a 1/6 l'aumento della prescrizione in caso di interruzione. Un piccolo, ma significativo ritocco alla legge ex Cirielli, che per la maggioranza serve a «riequilibrare» quel testo in favore degli incensurati. Un segnale di «equità», insomma.
Già nel 2005 gli incensurati furono oggetto di attenzione. La ex Cirielli dimezzò la prescrizione per tutti i reati (tranne la mafia) ma, in caso di interruzione, stabilì aumenti diversi dei termini massimi, in relazione alla tipologia degli imputati: 1/4 per gli incensurati e i recidivi semplici (chi, dopo più di 5 anni, commette un reato diverso dal precedente); la metà per i recidivi reiterati (chi commette entro 5 anni un reato della stessa indole del precedente); 2/3 per i plurirecidivi; il doppio per i delinquenti abituali. Prima della ex Cirielli, una corruzione semplice commessa da un incensurato si prescriveva in 15 anni (10 più la metà); con la ex Cirielli si prescrive in 7 anni e mezzo (6 più 1/4); con la legge votata ieri dalla Camera si prescriverà in 7 anni per gli incensurati (6 più 1/6) e in 7 e mezzo per i recidivi semplici (6 più 1/4).
Uno sconto minimo, che calato nella realtà della giustizia penale sarà foriero di non pochi problemi, anche perché la prescrizione decorre dalla scoperta del reato, non da quando comincia il processo. L'impatto maggiore si avrà sui processi in corso. Il taglio farà infatti saltare la programmazione del lavoro degli uffici: in genere, i processi per reati con una lunga prescrizione danno la precedenza a quelli con prescrizione più breve, ma se nottetempo arriva una legge che taglia i termini, quei processi saltano. Ebbene, la legge votata dalla Camera dice che il taglio della prescrizione si applicherà solo ai processi in corso non ancora arrivati a una sentenza di primo grado. Come il processo Mills. Per effetto del taglio, molti di questi processi si chiuderanno all'istante perché i reati risulteranno prescritti. Molti altri processi, nonostante il taglio, arriveranno alla sentenza ma avranno meno tempo per concludersi in appello e in Cassazione. Dunque, ai 7mila processi che, secondo i dati di Alfano, saranno fulminati in Tribunale, vanno aggiunti quelli che, con il taglio, moriranno anzitempo nei gradi successivi.
Quanto al «processo breve», l'articolo 5 è diventato ormai una norma di indirizzo poiché lo sforamento dei tempi provocherà solo una segnalazione del capo dell'ufficio al Csm e al ministro della Giustizia. Peraltro, la legge contiene un paradosso. Alfano ha ricordato che oggi la durata media del processo è di 4 anni e mezzo, ma la «durata ragionevole» auspicata nel ddl è superiore: 6 anni e mezzo per i reati sotto i 10 anni; 7 e mezzo per quelli puniti con più di 10 anni; 10 anni per i reati di mafia. Senza calcolare le indagini e l'aumento di 1/4 del tempo se il processo è complesso e con molti imputati.
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