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Questo articolo è stato pubblicato il 15 aprile 2011 alle ore 14:30.

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Croazia, il generale Gotovina condannato a 24 anni di carcere. Proteste a ZagabriaCroazia, il generale Gotovina condannato a 24 anni di carcere. Proteste a Zagabria

Il Tribunale penale internazionale dell'Aja (Tpi) ha condannato l'ex generale croato Ante Gotovina a 24 anni di galera per crimini di guerra e crimini contro l'umanità commessi nel 1995 nei confronti della popolazione serba in Croazia.

L'ex generale croato Ivan Cermak è stato assolto, mentre il terzo imputato, Mladen Markac, è stato condannato a 18 anni di carcere.

Circa duemila persone raccolte sulla piazza principale di Zagabria, in maggioranza croati veterani della guerra per l'indipendenza del Paese, hanno accolto oggi con fischi e grida di protesta la condanna a 24 anni di carcere pronunciata stamane dal Tribunale penale internazionale (Tpi) al generale croato Ante Gotovina, per crimini di guerra commessi contro la popolazione serba. I manifestanti hanno biasimato anche i 18 anni di carcere inflitti all'Aja al generale Mladen Markac.

Grida di «traditori» sono state rivolte ai massimi dirigenti politici croati, all'ex presidente e agli ex primi ministri, come anche all'attuale presidente Ivo Josipovic e alla premier Jadranka Kosor, che negli ultimi dieci anni si sono adoperati per la piena collaborazione del Paese con il Tpi. Uno degli organizzatori della protesta, Ivan Vekic, ministro degli Interni nei primi anni Novanta, all'inizio della guerra, ha dichiarato che preferisce «essere un criminale di guerra condannato, che un ministro del governo croato». Altri hanno detto di «non riconoscere l'autorità del Tribunale». Molte persone hanno pianto vistosamente. La folla aveva seguito in diretta su un maxischermo l'annuncio della sentenza da parte dei giudici del Tpi.
A Zara, in Dalmazia, regione natale di Gotovina, considerato in Croazia da molti un eroe della guerra per la libertà del Paese, stamattina è apparso su un ponte in pieno centro uno striscione con la scritta «Generale, attendiamo i tuoi ordini».

Nel centro della capitale sono state dispiegate ingenti forze di polizia in tenuta antisommossa. Sembra comunque che la maggior parte dei manifestati stia pacificamente lasciando la piazza, mentre una parte minore, circa 400 persone, si sono radunate davanti alla sede del partito al governo, la Comunità democratica croata (Hdz), scandendo «Tradimento!».

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